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«Camilla Sanvoisin stava male dal pomeriggio, il padre dice che il fidanzato la maltrattava»

19 Febbraio 2025 - 07:33 Alba Romano
giacomo celluprica camilla sanvoisin
giacomo celluprica camilla sanvoisin
La testimonianza di una vicina sulla morte della 25enne

Camilla Sanvoisin si è sentita male nel pomeriggio di giovedì 13 febbraio. Ovvero sei ore prima di quando avrebbe assunto droga con il compagno Giacomo Celluprica nella loro casa in affitto alla Giustiniana. A dirlo è una vicina di casa, Annamaria Lombardi, 82enne e proprietaria del comprensorio che si trova nel parco del Vejo. «Barcollava, non si reggeva in piedi. Si contorceva e diceva di avere i conati di vomito. Era pomeriggio pieno, tra le quattro e le cinque. L’ha incontrata la mia donna delle pulizie quando qui fuori nel piazzale davanti alle nostre villette è accorsa l’ambulanza per un’inquilina che ogni tanto va fuori di testa», sostiene con il Messaggero.

Il malore

Il dettaglio del malore è importante perché potrebbe spiegare i motivi della morte della 25enne. Ufficialmente si parla di arresto cardiocircolatorio causato da overdose. In casa c’erano metadone ed eroina. Celluprica ha ammesso di averla sniffata con lei. Sostenendo di essersi addormentato, «crollato come mai successo prima» intorno alla mezzanotte. Mentre Camilla avrebbe continuato ad assumerne. Al risveglio lei, priva di sensi, ha vomitato. A quel punto lui ha chiamato i soccorsi. «Dormivo, non mi sono accorto che non si sentiva bene, lei non era abituata all’eroina, forse ne ha presa troppa oppure era troppo forte e non ha retto», la sua versione. «La ragazza è passata pure davanti ai sanitari in quelle condizioni e nessuno si è posto lo scrupolo di aiutarla», dice invece la vicina.

La testimonianza

«Maria, la donna che è sempre con me, quando l’ha vista in quello stato, che non si reggeva in piedi, le ha chiesto cosa avesse», racconta ancora la proprietaria del piccolo borgo. «Camilla era confusa, diceva che le veniva da rimettere. Così Maria le ha chiesto se fosse per caso incinta e lei le ha risposto “no, no”. Che era a letto e che sarebbe tornata a riposarsi perché era stata svegliata dalle sirene e voleva vedere cosa stava succedendo», conclude. Annamaria conosceva Camilla fin da bambina, quando veniva qui dal padre Axel Sanvoisin: «Adorava cani e gatti e studiava nelle migliori scuole. Anche la mamma l’ha sempre seguita. Un anno fa Axel mi ha chiamata, la figlia voleva andare a vivere con il fidanzato e Axel mi disse: “So che tu me la sistemi bene qui”. Quelle parole ora rimbombano nella mia testa, un dispiacere immenso».

Il menage

Tra Camilla e Giacomo c’era «un tira e molla, lui l’aveva lasciata più volte e lei, molto innamorata, soffriva. Della droga non sapevo nulla, entrambi i ragazzi provengono da famiglie perbene. Un paio di settimane fa Axel si era arrabbiato, “se questo la tratta ancora così dovrò intervenire”».

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