Nikola, la start-up ispirata alla Tesla va in bancarotta e chiede protezione dai creditori: «Persa la sfida con il mercato»
![nikola startup elettrica tesla bancarotta creditori](https://static.open.online/wp-content/uploads/2025/02/nikola-startup-elettrica-tesla-bancarotta-creditori-.jpg)
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L’ambizione di emulare un successo globale come Tesla spesso nasconde trappole letali, ultima delle quali il fallimento. È il caso di Nikola, che dal 2015 si era prefissata l’obiettivo di seguire le orme della multinazionale di Elon Musk e produrre semirimorchi a lungo raggio alimentati a elettricità e a idrogeno. Oggi, mercoledì 19 febbraio, la start-up ha presentato istanza di fallimento, chiedendo protezione dai creditori per cercare fondi necessari alla sopravvivenza. Solo cinque anni fa, quando si era quotata in borsa prima di vendere anche solo un veicolo, i prezzi dei suoi titoli erano schizzati alle stelle. «Abbiamo dovuto affrontare diversi fattori di mercato e macroeconomici che hanno influito sulla nostra capacità di operare», è il commento dell’amministratore delegato Steve Girsky. «I nostri migliori sforzi non sono stati sufficienti a superare queste sfide significative».
L’entusiasmo breve e la condanna per frode del fondatore
L’idea, l’intuizione poi l’ingresso in borsa – forse figlio di sfrontatezza, forse della certezza di star investendo anzitempo nel settore del futuro. Ora, sommersi da passività comprese tra 1 e 10 miliardi di dollari, e con un numero di creditori che sfiorerebbe quota 5mila, il progetto elettrico di Nikola si spegne. Lo stesso entusiasmo nel 2020, quando investitori e società sembravano aver intravisto nella start-up un progetto di prospettiva dal valore di 30 miliardi di dollari, si era spento in poche settimane. Frutto, soprattutto, dei dubbi sul fondatore Trevor Milton, che pochi giorni dopo aver stretto un patto con il colosso americano General Motors nel 2020 fu accusato di frode per false dichiarazioni. Lui stesso, secondo un report, aveva definito la società «una frode intricata». Nel 2021 Milton fu condannato a quattro anni per frode sui titoli di borsa e frode telematica (wire fraud).
I debiti e la bancarotta
Negli ultimi trimestri, Nikola aveva iniziato a consegnare una piccola quantità di camion elettrici. Niente, ovviamente, che permettesse di controbilanciare l’indebitamento della start-up. Verso la fine dello scorso anno, la società ha dichiarato di avere 200 milioni di dollari in contanti e 270 milioni di dollari di debiti a lungo termine. All’inizio di febbraio le sue azioni sono crollate, quando già si mormorava che l’azienda si apprestasse a dichiarare il fallimento. Oggi, mercoledì 19 febbraio, la società ha dichiarato in un comunicato di avere solo 47 milioni di dollari in contanti e di voler «continuare a fornire assistenza e supporto limitato ai camion già in circolazione». Con la richiesta di poter iniziare un processo di vendita all’asta.
I precedenti
Nikola è solo l’ultimo caso di start-up che, dopo u primo impulso sulle ali dell’entusiasmo, sono crollate sotto i colpi di un mercato che ancora non premia l’elettrico. È il caso, riporta il New York Times, della Lordstown Motors. Figlia di un accordo – anche lei – con General Motors, aveva cercato di produrre pick-up elettrici. Nel 2023 ha presentato istanza di bancarotta e nel 2024 la Securities and Exchange Commission, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse, l’ha accusata di aver ingannato gli investitori. Il fallimento è stato il destino anche della inglese Arrival, che produceva autobus elettrici. Caso particolare quello di Rivian, che dopo un crollo di valore è stato acquisito dalla tedesca Volkswagen.