«Bolsonaro voleva avvelenare Lula e organizzare un colpo di Stato»
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L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro è stato accusato dalla procura brasiliana di aver tentato un colpo di stato per impedire il ritorno al potere dell’attuale presidente Luiz Inacio Lula da Silva, rieletto nel 2022. Secondo il procuratore generale brasiliano Paulo Gonet, Bolsonaro, assieme a sei alleati chiave, aveva approvato un piano per avvelenare Lula e uccidere a colpi di arma da fuoco il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, che l’ex presidente considera un nemico. La corte suprema nel suo complesso avrebbe dovuto essere «neutralizzata». La procura ha definito il piano «terrificante» e «sinistro» e disposto il rinvio a giudizio per Bolsonaro
L’attacco al palazzo presidenziale
Lula il voto del 2022 lo vinse comunque. Bolsonaro perse, si rifiutò di accettare la sconfitta e l’8 gennaio 2023 i suoi sostenitori più accaniti scatenarono una rivolta nella capitale Brasilia, devastando il palazzo presidenziale, il congresso e la corte suprema nel tentativo di ribaltare il risultato. Coinvolte nell’accusa del procuratore generale ci sono altre 33 persone. Anche loro accusate di aver preso parte al presunto complotto, tra cui l’ex capo dello spionaggio dell’amministrazione di Bolsonaro: Alexandre Ramagem. L’ex presidente di estrema destra appoggiò l’assalto ai palazzi del potere anche se il ministero della difesa aveva assicurato «l’inesistenza di accertamenti di brogli nelle elezioni».
La difesa di Bolsonaro
«Inadeguato e incoerente». Così gli avvocati di Lula hanno definito il rinvio a giudizio. «La denuncia inadeguata arriva fino ad attribuirgli la partecipazione a piani contraddittori e basata su un unico patteggiamento, modificato più volte, da un informatore che mette in dubbio la sua stessa volontarietà». Il riferimento è a Mauro Cid ex aiutante di campo dell’ex presidente. Secondo la difesa,« in quasi due anni di indagini non è stato trovato alcun elemento che collegasse anche lontanamente Bolsonaro alla narrazione costruita nella denuncia». I legali sottolineano che Bolsonaro ha fiducia nel sistema giudiziario e, pertanto, ritiene che questa denuncia non prevarrà «a causa della sua precarietà, incoerenza e mancanza di fatti veritieri a supporto di essa dinanzi alla magistratura».