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L’ordine di Trump al Pentagono, nel mirino le spese militari: «Tagli dell’8% per i prossimi 5 anni»

19 Febbraio 2025 - 21:14 Redazione
trump aereo
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Nella direttiva inviata dalla Casa Bianca ci sono 17 aeree esenti dai tagli, e fra queste il confine con il Messico, l'ammodernamento delle armi nucleari e l'acquisto di alcuni tipi di droni

Potrebbero arrivare drastici tagli al bilancio delle spese militari americane, come indicato dal Segretario alla Difesa Pete Hegseth su indicazione di Donald Trump. Secondo il Washington post, che cita funzionari a conoscenza della questione, ai vertici del Pentagono e delle forze armate è arrivato un promemoria in un cui viene ordinato di elaborare piani per tagliare l’8% dal bilancio della difesa in ciascuno dei prossimi cinque anni. Una proposta che rischia di scontrarsi contro le resistenze interne e l’opposizione bipartisan al Congresso.

Hegseth ha ordinato che i tagli proposti fossero elaborati entro il 24 febbraio, secondo il promemoria, che include un elenco di 17 categorie che l’amministrazione Trump vuole esentare. Tra queste: operazioni al confine meridionale degli Stati Uniti, modernizzazione delle armi nucleari e della difesa missilistica e acquisizione di droni d’attacco unidirezionali e altre munizioni.

Il budget del Pentagono per il 2025 è di circa 850 miliardi di dollari, con un ampio consenso a Capitol Hill sul fatto che una spesa consistente sia necessaria per scoraggiare le minacce poste da Cina e Russia, in particolare. Se adottati per intero, i tagli proposti includerebbero decine di miliardi di dollari in ciascuno dei prossimi cinque anni.

Il promemoria chiede un finanziamento continuo di «agenzia di supporto» per diversi importanti quartieri generali regionali, tra cui Indo-Pacific Command, Northern Command e Space Command. Da questa lista sono notevolmente assenti l’European Command, che ha avuto un ruolo di primo piano nell’esecuzione della strategia statunitense durante la guerra in Ucraina; il Central Command, che supervisiona le operazioni in Medio Oriente; e l’Africa Command, che gestisce le diverse migliaia di truppe che il Pentagono ha distribuito in quel continente.

«L’incarico del presidente Trump al dipartimento della Difesa è chiaro: raggiungere la pace attraverso la forza», ha scritto Hegseth nel promemoria, datato martedì. «Il tempo per la preparazione è finito: dobbiamo agire con urgenza per far rivivere l’ethos del guerriero, ricostruire il nostro esercito e ristabilire la deterrenza. Il nostro bilancio fornirà le risorse per la forza combattente di cui abbiamo bisogno, cesserà la spesa per la difesa non necessaria, rifiuterà l’eccessiva burocrazia e guiderà una riforma praticabile, compresi i progressi sulla revisione contabile».

John Ullyot, portavoce di Hegseth, ha affermato che il Pentagono fornirà presto una risposta alle domande relative alla direttiva del segretario. I tagli proposti, se adottati, rappresenterebbero il più grande sforzo per frenare la spesa del Pentagono dal 2013, quando sono entrate in vigore le riduzioni di bilancio imposte dal Congresso, note come «sequestration». Quei tagli sono stati percepiti come una crisi al Pentagono all’epoca e sono diventati sempre più impopolari sia tra i repubblicani che tra i democratici, man mano che i loro effetti sulla capacità dell’esercito di addestrarsi ed essere pronto per la guerra sono diventati chiari.

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