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Mogol contro Giorgia: «Canta come trent’anni fa, le offrirei un corso». Malgioglio la difende: «È lui che dovrebbe andare a scuola da lei»

20 Febbraio 2025 - 14:05 Gabriele Fazio
giulio rapetti mogol sanremo governo meloni
giulio rapetti mogol sanremo governo meloni
Le dichiarazioni dell'autore hanno innescato molte polemiche sui social. A "difendere" la cantante è intervenuto poi Cristiano Malgioglio

«A Giorgia offrirei volentieri, gratuitamente, un corso da noi ha una voce fantastica ma canta come si cantava trent’anni fa, usa troppo la voce. Che, per carità, è bellissima ma la usa come si faceva in passato, la voce deve esser credibile per quello che dice, è la credibilità che riesce ad emozionare». Risulta lapidario nella sua analisi del Festival di Sanremo appena concluso Mogol, considerato uno dei maggiori autori della storia del pop italiano. L’occasione della dichiarazione è Un giorno da pecora, popolare programma in onda su Rai Radio1, durante il quale Giulio Rapetti, 88 anni, ammette di non aver seguito il Festival con particolare attenzione: «Ho visto la partita della Juventus in Champions – dice – per il resto ho tanto da fare e non ho avuto occasione di seguirlo. Ho sentito solo la canzone di Cristicchi, che ha un testo molto bello: le critiche su l’esser troppo personale sono tutte stupidaggini. So che ha vinto un ragazzo molto giovane di cui però non ho ascoltato la canzone».

La collaborazione tra Mogol e Cristicchi

E a proposito di Simone Cristicchi, c’è un dettaglio curioso: proprio sul profilo Facebook del CET – Centro Europeo di Toscolano, più comunemente conosciuto nell’ambiente musicale come La scuola di Mogol, si trova un dichiarato endorsement proprio per l’autore di Quando sarai piccola. Negli ultimi anni ci sono state diverse collaborazioni tra i due artisti. Solo qualche giorno fa Mogol, collegato con Padre Pio Tv, ha definito Cristicchi «uno dei più grandi cantanti ed interpreti e autori che ci sono nel nostro paese, forse anche in Europa».

Mogol contro il Festival

Ma Mogol, sempre a Un giorno da pecora, risulta critico anche per quanto riguarda la storia recente del Festival: «Credo che proporre delle canzoni di livello sia l’unico modo per aumentare il livello culturale, non ce n’è un altro. È insomma importante – prosegue – che le canzoni abbiano un valore e siano conosciute per questo motivo. In passato invece ho saputo che si è toccato la vetta perché due uomini si sono baciati oppure uno ha distrutto i fiori. Ecco noi non dobbiamo fare queste cose per aumentare l’ascolto, l’ascolto deve salire per il valore delle canzoni, non perché uno si alza e fa la pipì sul palco». Passo indietro ufficiale anche per quel che riguarda una sua eventuale direzione artistica, Mogol infatti risponde alla domanda provocatoria di Giorgio Lauro e Marisa Laurito: «No, non mi interessa, io faccio l’autore e non voglio dirigere nessuno». Il noto paroliere poi si lascia andare anche a un giudizio di natura politica riguardo l’attuale governo: «Dobbiamo esser orgogliosi di Giorgia Meloni, ha conquistato le simpatie di tutti a livello internazionale, sicuramente la stimo molto». Una dichiarazione che sorprende fino ad un certo punto, infatti lo scorso aprile, il Corriere della Sera svelò alcuni retroscena che ai tempi convinsero Amadeus ad abbandonare mamma Rai. Secondo il quotidiano, la nuova direzione a trazione meloniana aveva chiesto al conduttore di inserire Povia tra i big in gara, Hoara Borselli come ospite e proprio Mogol come co-direttore artistico. Amadeus per tutta risposta traslocò a casa Discovery.

Le reazioni, da Malgioglio al web

Cristiano Malgioglio, ospite in collegamento di Storie Italiane, ha risposto a tono a Mogol, difendendo Giorgia: «Il signor Mogol dovrebbe andare a scuola da Giorgia. Ce ne fossero come lei, i suoi virtuosismi sono un miracolo». Opinione ampiamente diffusa anche sul web, dove sono tanti che pensano che l’uscita di Mogol sia stata ampiamente fuori luogo.

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