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Giulia uccisa dal pitbull ad Acerra, sparite le tracce di sangue per terra: i famigliari in massa hanno pulito la casa prima del sopralluogo

20 Febbraio 2025 - 16:50 Giovanni Ruggiero
acerra bambina uccisa pitbull
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Secondo l'avvocato del padre della bambina, la madre, i nonni e altri parenti del suo assistito sarebbero entrati senza sapere dei sigilli in cerca di fotografie. Ma il cartello sulla porta era già visibile in quel momento

Tutto è stato ripulito prima del sopralluogo degli inquirenti nella casa in cui è stata uccisa la piccola Giulia ad Acerra. I famigliari della bambina di nove mesi, aggredita e uccisa dal pitbull di famiglia, sarebbero intervenuti prima che medico legale e avvocato arrivassero, eliminando le tracce di sangue per terra. L’esame avrebbe potuto portare ulteriori chiarimenti sulla dinamica dell’aggressione. Dettagli ora più complicati da individuare. E non è neanche ben chiaro come sia stato possibile che qualcuno sia entrato nella casa sotto sequestro dopo la morte della bambina.

La versione dei famigliari: «Non sapevamo dei sigilli»

Secondo l’avvocato del padre della bambina, Vincenzo Loffredo, indagato per omicidio colposo, i primi a entrare in casa dopo la tragedia sono stati la madre della piccola, i nonni materni e paterni, la sorella, la cognata dell’indagato. Come riporta Repubblica, l’avvocato Luigi Montano prova a spiegare quell’ingresso di gruppo: «Volevano prendere delle fotografie. Erano le 8 del mattino e chi è entrato nell’alloggio non sapeva che l’appartamento fosse sotto sequestro. Non c’era alcuna intenzione di occultare prove, ma solo il desiderio di prendere una foto della bambina. In casa poi hanno deciso di pulire la stanza. I sigilli sono stati sistemati dopo». Eppure la mattina dopo la morte della bambina, domenica 16 febbraio, il foglio con l’avviso di sequestro sulla porta di ingresso era ben visibile. Ma quel foglio, dicono i famigliari della bambina, sarebbe stato messo dopo il loro arrivo.

Le indagini in corso

Il padre della piccola, risultato positivo all’hashish, è indagato per omicidio colposo e omessa custodia e vigilanza del cane. Il sopralluogo nell’appartamento del rione IceSnei di Acerra avrebbe dovuto chiarire se la bambina, al momento dell’aggressione del pitbull Tyson, si trovava sul letto matrimoniale, come ha raccontato il 24enne. Al vaglio degli inquirenti ci sono ancora le ipotesi che sia caduta da sola, sia stata trascinata a terra dal cane ma anche che in quel momento fosse in braccio al padre dormiente. La polizia ha sequestrato anche le riprese delle telecamere di sorveglianza per appurare se l’uomo fosse effettivamente in casa, come da lui raccontato, o se fosse altrove. E rimane ancora da stabilire se il giovane abbia fumato lo spinello lo stesso giorno della tragedia o nelle giornate precedenti.

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