La nave Seajewel danneggiata a Vado Ligure da due bombe: «Il movente va cercato tra Russia e Ucraina»
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La Seajewel ormeggiata al largo di Savona sarebbe stata raggiunta da alcuni sommozzatori. Che hanno piazzato due bombe quando la nave era già in rada. Grazie a un sistema di copertura orchestrato da terra. E il movente andrebbe ricercato nella guerra tra Russia e Ucraina. La svolta nell’indagine sul danneggiamento della nave nel porto di Vado Ligure della scorsa settimana è di queste ore. Il procuratore capo di Genova Nicola Piacente e la sostituta Monica Abbatecola, coordinati dal pg Mario Pinelli indagano. E, scrive oggi La Stampa, le prove sono evidenti.
La scatola nera
Gli investigatori hanno già sequestrato la scatola nera della Seajewel. E pensano che l’azione sia collegata all’embargo del petrolio di Mosca. Sanzionato ieri per l’ennesima volta dall’Unione Europea che ha punito le navi-ombra. Ovvero le imbarcazioni che cercano di aggirare i divieti di commercio attraverso la cancellazione della provenienza del greggio. Sono stati sentiti alcuni testi e sono stati esaminati dei video. Gli inquirenti hanno disposto un nuovo interrogatorio per i membri dell’equipaggio. Proprio loro avevano parlato di una bomba: «C’è stato un primo scoppio, meno violento, seguito da un boato più forte», avevano spiegato alla Capitaneria di porto.
Gli esami sui pesci
Ora i pubblici ministeri esamineranno le salme di alcuni pesci trovati morti nell’area vicina al punto in cui lo scafo della Seajewel è stato danneggiato. Per verificare la presenza di tracce di esplosivo. I subacquei del Comsubin dicono che a provocare la falla sono stati «quasi sicuramente» due ordigni. Forse fatti con esplosivi in uso a militari fissati alla parte bassa dello scavo. Secondo i media di Kiev la Seajewel nel 2024 ha fatto la spola fra il porto russo di Novorossiysk e quello turco di Ceyhan. Svolgendo così il suo ruolo di nave-ombra per il petrolio di Putin. Oggi la nave batte bandiera di Malta.
La nave Seajewel
La certificazione, fa sapere La Stampa, è del gruppo genovese Rina. Il contratto applicato all’equipaggio è dell’International Trasport Federation (Itf). Il cliente è l’Ip gruppo Api della famiglia Brachetti Peretti, che dal pontile Sarpom di Vado porta tramite oleodotto il greggio alla sua raffineria di Trecate, vicino a Novara. Del caso si occupano anche gli 007 italiani. Digos e Guardia costiera potrebbero presto mettersi in contatto con i servizi segreti.