Ultime notizie Donald TrumpGoverno MeloniLucio CorsiPapa FrancescoUcraina
POLITICA41 bisAlfredo CospitoAndrea DelmastroFdIInchiesteLazioRoma

Delmastro condannato a 8 mesi, la sentenza sul segreto d’ufficio e il caso Cospito. Il sottosegretario: «Non mi dimetto»

20 Febbraio 2025 - 17:35 Ugo Milano
Andrea Delmastro
Andrea Delmastro
Il sottosegretario alla Giustizia di FdI era accusato di rivelazione del segreto d'ufficio sul caso dell'anarchico condannato al 41 bis. Al suo compagno di partito e coinquilino, Giovanni Donzelli, aveva rivelato informazioni ottenute dalla polizia Penitenziaria sulla detenzione di Cospito

Il tribunale di Roma ha condannato a otto mesi il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. La Procura di Roma aveva chiesto l’assoluzione nell’ambito del processo che lo vede accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito. Per i pm Paolo Ielo e Rosalia Affinito manca l’elemento soggettivo del reato. «Spero ci sia un giudice a Berlino ma non mi dimetto», ha commentato Delmastro subito dopo la sentenza. I giudici della ottava sezione penale del tribunale di Roma, nella sentenza hanno riconosciuto a Delmastro le attenuanti generiche, la sospensione della pena e applicato l’interdizione di un anno dai pubblici uffici. Respinte, invece, le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili, quattro parlamentari del Pd.

La polemica dopo l’intervento di Donzelli

L’indagine su Delmastro era partita dopo che aveva rivelato al coinquilino, oltre che compagno di partito, Giovanni Donzelli diversi dettagli sulla detenzione di Cospito, a lungo in sciopero della fame contro il 41 bis. Informazioni che sarebbero arrivate dal Nic, il Nucleo investigativo centrale della polizia Penitenziaria. Il deputato FdI le aveva usate nel suo intervento alla Camera a febbraio 2023, per attaccare alcuni esponenti del Pd. Donzelli aveva riferito di alcune conversazioni avvenute durante l’ora d’aria nel carcere di Sassari proprio tra Cospito e alcuni detenuti, già esponenti di camorra e ‘Ndrangheta, tutti al 41 bis.

Delmastro non sapeva di rivelare un segreto

Per la procura di Roma, quelle informazioni comunque «erano segrete per legge». Manca però l’elemento soggettivo, cioè il dolo. Secondo quindi la tesi dell’accusa, quando Delmastro ha rivelato quelle informazioni al suo coinquilino e compagno di partito non sapeva che fossero segrete.

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche