Simone Cristicchi: «Io di destra? Ma se cantavo Bella Ciao al concertone del 1° maggio»


Dalla commozione di tutta Italia per il suo Quando sarai piccola, cantato dal palco del Festival di Sanremo, alle accuse di essere un vero e proprio «eroe della destra». Simone Cristicchi, quinto classificato nell’ultima edizione della kermesse condotta da Carlo Conti, è tornato sulle critiche che lo avevano travolto dopo il successo riscosso durante la seconda serata. E per chiarire la risposta a una semplice domanda: «Sei di destra o di sinistra?». Più che chiarire, in realtà, il cantante si prende una sorta di licenza poetica: «Sono un artista libero, come ha detto di me anche Gasparri (Maurizio, capogruppo al Senato di Forza Italia, ndr)», ha detto ai microfoni della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. E si è detto «allibito» per la strumentalizzazione del suo brano: «Non credevo si buttasse in politica».
Cristicchi e il passato antifascista
A scatenare il putiferio, oltre al lavoro delle talpe social che sono riuscite a scovare post in cui il cantante romano si schierava contro la maternità surrogata, era stato il suo spettacolo Magazzino 18. Dal palco, infatti, Cristicchi ricordava la «tragedia delle foibe e l’esodo cristiano dalmata». Ma a far storcere il naso all’artista non è tanto il suo racconto, quanto il fatto che sia passata completamente in secondo piano la sua partecipazione al Concertone del Primo Maggio: «Mi pare che oggi si sia completamente dimenticato il mio passato da antifascista, io ho contato Bella Ciao sul palco del Primo Maggio. Però da quando ho raccontato l’esodo istriano delle foibe si è tutto ribaltato», ha detto a Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. «Ho sempre voluto raccontare l’umanità dentro la storia».
Musica e politica? «Gli artisti parlino con la loro arte»
Ma come fare a conciliare politica e musica, soprattutto da un palco così esposto e in vista come quello dell’Ariston? La soluzione non c’è. «Se canto Bella Ciao divento di sinistra, se racconto le foibe sono di destra. Allora c’è un problema: o sono confuso io o sono confusi loro». E sulle numerose prese di posizione politiche durante la kermesse di quest’anno, ha puntualizzato: «Gli artisti devono parlare con la loro arte, non devono necessariamente dichiarare le proprie idee. Ma chi lo desidera è naturalmente libero di farlo».