Le ferite, le tracce di sangue, le analisi sul pitbull: tutti i punti oscuri sulla morte della piccola ad Acerra. Il padre: «Voglio riparlare col giudice»
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Ferite compatibili con i morsi di un cane sul volto, mentre sul collo solo contusioni. È il risultato dell’autopsia di cinque ore svolta sul corpo di Giulia, la bimba di nove mesi morta lo scorso 15 febbraio ad Acerra dopo essere stata aggredita dal pitbull di famiglia. Ed è un risultato che, almeno al momento, non dirada nessun dubbio. Per gli inquirenti, che sullo stato delle indagini mantengono il riserbo più assoluto, sarebbe complicato intrecciare i dati e gli elementi raccolti con il racconto del padre Vincenzo Loffredo, indagato a piede libero per omicidio colposo e omessa custodia e vigilanza del cane di 25 chili. A ciò si aggiunge la difficoltà a reperire tracce organiche sul volto dell’animale, probabilmente lavate via bevendo dalla ciotola. Complica le indagini pure la cancellazione delle macchie di sangue prima del secondo sopralluogo del medico legale, ripulite dai familiari della vittima.
I risultati dell’autopsia e i dubbi
Le ipotesi attualmente al vaglio degli inquirenti sono varie. Anche perché se le ferite al viso sono appunto compatibili con i denti del pitbull, rimane da spiegare la presunta rottura dell’osso del collo: lì non sembrano, infatti, esserci segni di morsi. E la frattura è un particolare che stride ancor di più se si tiene conto che Vincenzo Loffredo avrebbe portato la bimba alla clinica Villa dei Fiori quando era ancora viva, come avrebbero confermato i medici della struttura. Nell’atto con cui la procura di Nola ha nominato i consulenti tecnici per l’autopsia, cioè il medico legale Maurizio Saliva e l’anatomopatologo Antonio Perna, è specificato che la piccola è «sicuramente stata uccisa dal cane».
La difesa del padre: «Il giudice lo risenta, lui non c’entra»
Intanto bisognerà attendere almeno una settimana per avere i risultati delle analisi sulle feci del pitbull e dell’altro cane di famiglia. Nelle prossime ore i campioni saranno consegnati a un laboratorio autorizzato per tentare di evidenziare tracce organiche della bimba negli scarti dei due animali. Anche perché nessuno dei due presentava macchie di sangue sul muso. Così come non presentava macchie nemmeno il pavimento dell’appartamento di Acerra, che pure era stato posto sotto sequestro dagli inquirenti. Sarebbe stata opera di alcuni familiari e non dello stesso padre 24enne, come vuole dimostrare l’avvocato Luigi Montano: «Nelle prossime ore presenterò l’istanza con la quale chiedo che il mio assistito sia ascoltato dal pm per chiarire la sua posizione e la sua estraneità alla pulizia dell’appartamento». Un nuovo interrogatorio per il padre della vittima, dunque, nel tentativo di chiarire la sua estraneità alla cancellazione delle tracce organiche dal pavimento.