Concessioni balneari, la Commissione Ue dà ragione al governo: «Sulle proroghe l’accordo c’è». Ma dà il via libera alle nuove gare
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Tutti gli elementi del «concordato» tra Bruxelles e Roma sul tema delle concessioni balneari sono «già riflessi nella legislazione italiana». Prima ancora che la sentenza del Tar Liguria, che aveva sottolineato l’«inesistenza» di un documento scritto «racchiudente tale patto», potesse diventare un altro campo di scontro tra giudici e governo, ci ha pensato la Commissione europea a sedare gli animi. I termini della direttiva Bolkenstein da applicare in Italia sarebbero infatti stati concordati entro «un’intesa comune per allineare il sistema italiano al diritto Ue». Anche perché non è previsto alcun un accordo scritto, che era invece la mancanza sottolineata dal Tar. Tirate le somme, dunque, l’accordo tra Bruxelles e Roma c’è stato e la legislazione italiana sarebbe conforme alle richieste europee. Ma nella sostanza la sentenza del Tar Liguria è corretta.
La spiegazione della Commissione: «Entro tre anni gare aperte e trasparenti»
Ieri, giovedì 20 febbraio, il tribunale amministrativo ligure ha respinto il ricorso di tre stabilimenti balneari del comune di Zoagli, in provincia di Genova, dove la Giunta aveva indetto nuove gare per le concessioni balneari. Secondo il Tar quelle concessioni sarebbero infatti terminate al 31 dicembre 2023 e non sarebbe valida la proroga concessa ad agosto 2024 dal governo Meloni. E proprio l’invalidità della proroga automatica è ribadita da Bruxelles: «Le concessioni saranno riassegnate entro i prossimi tre anni (al più tardi entro settembre 2027) sulla base di gare aperte, trasparenti e non discriminatorie», ha detto u portavoce della Commissione Ue. «I Comuni hanno pertanto il diritto di organizzare immediatamente gare e assegnare le concessioni anche prima di settembre 2027». Secondo i termini dell’intesa tra Unione europea e Italia, raggiunta – secondo la Commissione – lo scorso ottobre. Un accordo che ha permesso di chiudere la procedura d’infrazione europea pendente nei confronti di Roma riguardo alla liberalizzazione delle concessioni balneari.