La rabbia di Israele sulla morte dei Bibas: «Hamas ha ucciso i bimbi a mani nude». Il macabro errore sulla madre Shiri: restituita la salma sbagliata
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Una delle salme consegnate ieri da Hamas a Israele non è quella di Shiri Bibas, madre di Ariel and Kfir. I tre furono rapiti dal loro kibbutz il 7 ottobre 2023 quando la madre aveva 32 anni, e i bambini rispettivamente quattro anni e nove mesi. Ma, secondo le Idf, il corpo di donna consegnato non corrisponde a quello della 32enne, né a quello di alcuni degli altri ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. A detta dell’istituto forense israeliano, l’esame del Dna non lascia dubbi. Confermata invece l’identità dei corpi dei due bimbi. Israele accusa inoltre Hamas di aver «brutalmente assassinato» i tre ostaggi circa «un mese dopo essere stati rapiti», rigettando la tesi del gruppo palestinese secondo cui sarebbe stato un raid israeliano a togliere la vita ai Bibas. «Ariel e Kfir sono stati brutalmente uccisi a Gaza nelle prime settimane della guerra a sangue freddo. Non li hanno uccisi con il fuoco, li hanno uccisi con le mani, e poi hanno compiuto atti orribili per nascondere ciò», ha dichiarato il generale Daniel Hagari, portavoce dell’esercito israeliano. Il padre dei bimbi, Yarden, è stato rilasciato il 1° febbraio.
February 21, 2025
Israele: «Corpo non identificato al posto di Shiri Bibas»
Al posto di Shiri Bibas, dunque, Hamas avrebbe consegnato un corpo non identificato. Il presunto scambio di cadaveri ha scatenato l’ira di Israele che ora «pretende» da Hamas la consegna del corpo di Bibas. Secondo Israele, corrisponde invece alla sua identità la quarta salma restituita ieri: Oded Lifshitz, un ex giornalista che aveva 83 anni il giorno della sua cattura. La tensione era già alta ieri a causa all’esposizione delle bare su un palco circondato dalla folla. Un’ulteriore escalation potrebbe concretamente compromettere il passaggio alla seconda fase dell’accordo, nel corso della quale, a partire dal 1° marzo dovrebbe proseguire il rilascio degli ostaggi in cambio dei circa 1.900 prigionieri palestinesi detenuti da Israele.
Netanyahu: «Hamas pagherà»
E proprio questa è la prospettiva tracciata dalle parole del primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu. Secondo il leader di Tel Aviv, «Hamas ha violato l’accordo» e per questo «pagherà il conto». In un messaggio sui social, Netanyahu ha annunciato che Israele «agirà in modo risoluto per riportare a casa Shiri insieme a tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti, e garantire che Hamas paghi il prezzo intero per questa crudele e malvagia violazione dell’accordo». «Che Dio vendichi il loro sangue, come faremo noi» ha concluso Netanyahu. Inoltre, le autorità israeliane hanno già annunciato intensi attacchi sulla Cisgiordania, in seguito all’esplosione di alcuni bus nella città costiera di Bat Yam, di cui Tel Aviv ritiene Hamas sia responsabile.
La replica di Hamas
Dopo ore di incertezza e smarrimento, Hamas ha risposto all’ira di Israele, esprimendo «sorpresa» ed assicurando che «esaminerà le accuse molto seriamente». Il movimento terroristico palestinese sostiene per il momento che sì, in effetti potrebbe esserci stato «un errore o un rimescolamento» di resti di diversi corpi che sarebbero stati recuperati dalle macerie dopo un presunto raid di Israele. Lungi dallo scusarsi per il macabro equivoco, Hamas chiede ora a Israele di restituire il corpo della donna palestinese apparentemente fatto avere per errore al posto di quello di Shiri Bibas. E assicura comunque di restare impegnato nella prosecuzione dell’intesa di tregua, che prevede per domani un nuovo round di rilasci di ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi.
Foto copertina: ANSA/Maurizio Brambatti | Un manifesto con le foto di Shiri Bibas e dei due fratelli Kfir e Ariel