L’uomo senza mandibola per un tumore mai esistito: «Così un errore dei medici mi ha cambiato la vita»
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L’uomo a cui hanno asportato la mandibola per un tumore mai esistito vuole fare un altro intervento. Servirà a risolvere, si spera, la paresi facciale da cui è affetto dopo l’operazione. La sua storia comincia con l’operazione, che risale al 20 maggio 2024 alla clinica odontoiatrica del policlinico, l’istituto Eastman. La diagnosi era di osteosarcoma. Poi il 25 ottobre il responso degli esami: il Dna della biopsia che ha certificato il tumore non è il suo. Ma lui non ha più la mandibola. E oggi parla della vicenda con Giulio De Santis del Corriere della Sera.
Alto grado di malignità
Il 35enne ricorda cosa successe dopo la diagnosi di tumore con alto grado di malignità: «Ricordo che la prima telefonata in cui ci veniva detto che c’era qualcosa che non andava nell’istologico l’abbiamo ricevuta il giorno in cui nostra figlia ha compiuto 9 mesi. Inutile dire come ci siamo sentiti, ci è caduto letteralmente il mondo addosso». E ancora: «Mia moglie non ha dormito per mesi, io cercavo di essere forte soprattutto per non farla preoccupare. Il mio pensiero costante, la vera paura era di lasciarla sola. Ma l’aspetto peggiore è stato il terrore di non vedere crescere mia figlia». Quando ha scoperto la verità «all’inizio ha prevalso il sollievo, dopo è arrivata la rabbia perché è stata distrutta la serenità della mia famiglia. E poi mi creda: ormai conosco il dolore e la paura che prova un malato di tumore, perciò provo molta rabbia per il fatto che a qualcuno non è stata fatta una diagnosi tempestiva».
La scoperta dell’errore
Ha continuato a lavorare «da remoto grazie alla grande disponibilità della mia azienda. Ho fatto il più possibile perché mi ha aiutato a distrarmi». Mentre la figlia «aveva circa un anno e non ha capito cosa stesse succedendo al suo papà, questo mi rasserena molto. Un giorno le racconterò tutto, spero senza più rabbia». Infine, la riabilitazione alla mandibola: «È lunga e mi impegna molto, ma sono fortunato ad aver trovato delle persone speciali che mi stanno aiutando».