Saluto nazista di Bannon, Bardella lascia la convention della destra Usa. Schlein: «Meloni vassalla di Trump, si dissoci»
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Che sia provocazione, strategia o altro, il braccio destro teso di Steve Bannon dal palco della Conservative Political Action Conference (Cpac) non è piaciuto a Jordan Bardella. Il delfino di Marine Le Pen, presidente ed eurodeputato del Rassemblement National, non ci ha messo molto ad annullare il suo atteso intervento proprio all’incontro annuale dei conservatori. «Mentre ieri non ero presente in sala», si legge in una nota del partito di destra francese, «uno dei relatori, si è permesso, per provocazione, un gesto facente riferimento all’ideologia nazista». Da qui «l’immediata decisione» di non salire sul podio, da cui domani dovrebbe parlare anche la premier Giorgia Meloni.
Bardella prende le distanze: «Annullata partecipazione, decisione immediata»
Non è da escludere che il gesto di Bannon possa essere una sorta di lontana eco di quello di Elon Musk. Ma a fare da ago della bilancia si potrebbe prendere lo stesso Bardella, che si era speso per ridimensionare gli attacchi rivolti all’imprenditore amico del presidente americano Donald Trump e che invece ha criticato duramente la performance dell’ex stratega della Casa Bianca. Il gesto di Bannon ha causato «l’immediata decisione di annullare il mio discorso programmato per l’evento di questo pomeriggio», durante il quale il presidente del Rassemblement National avrebbe dovuto trattare dei «legami tra Stati uniti e Francia e le recenti dinamiche elettorali dei partiti patriottici in Europa».
La scelta di Giorgia Meloni, Schlein attacca: «Vassalla di Trump, faccia per una volta gli interessi dell’Italia»
Ora dall’opposizione italiana si levano con una voce sola gli appelli a Meloni perché segua l’esempio di Bardella e annulli il suo intervento previsto per domani alla convention dei conservatori. O quanto meno prenda ufficialmente le distanze dal braccio teso di Bannon. Prima tra tutte la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, che – oltre a rimarcare il «silenzio (della premier, ndr) sugli insulti e attacchi frontali di Trump all’Ucraina» – l’ha definita una «vassalla» del presidente americano. «Non ha il coraggio di prendere una posizione, non riesce a difendere gli interessi italiani ed europei perché non vuole scontentare la nuova amministrazione americana», ha detto Schlein. Per poi affondare un’ultima volta il colpo: «Ci chiediamo dove voglia portare l’Italia Giorgia Meloni, nella sua incapacità di scegliere tra la maglietta dell’Italia e il cappellino di Trump. Altro che ponte con gli Usa: abbia la decenza di dissociarsi da questo raduno neofascista per fare, una volta tanto, gli interessi dell’Italia. Fanno sentire la loro voce anche Nicola Fratoianni, di Avs, e Enrico Borghi, di Italia Viva: «E ora Meloni farà finta di niente?», «Attendiamo con ansia notizie in merito».
February 21, 2025