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Alessandro Gassman e il mancato incontro con Madonna: «Innamorata di me? Non so. Al mio posto Raoul Bova»

22 Febbraio 2025 - 06:44 Alba Romano
alessandro gassman madonna
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L'attore tra tre giorni compie sessant'anni. E piange «guardando i bambini in Palestina o in Ucraina»

Lunedì 24 febbraio Alessandro Gassman compie 60 anni. Oggi piange e si emoziona di più: «Guardo le immagini di bambini in Palestina, in Ucraina o in fuga per i problemi del clima e piango. Da quando sono padre, la mia idea di futuro si è allungata, da qui, il mio attivismo per i cambiamenti climatici o con l’Unhcr per i rifugiati», dice in un’intervista al Corriere della Sera. A Candida Morvillo rivela di non aver visto il Festival di Sanremo: «Mi sono risparmiato la fatica, sono convinto che la maggior parte degli italiani guardi Sanremo per vedere quanto è brutto».

La madre

Gassman parla del suo rapporto con la madre Juliette Mayniel. In un suo film da regista, «Il silenzio grande», metteva in scena proprio i non detti di una famiglia: «Il cinema può essere una forma di analisi, soprattutto da regista, che è il mestiere che più mi appassiona. Il silenzio c’è stato soprattutto con lei. Non abbiamo avuto il classico rapporto madre-figlio. Lei e papà si separarono che avevo tre anni, dopo poco, andai a vivere con lui. Negli ultimi vent’anni mamma stava in Messico e ci vedevamo due volte l’anno». Dal padre Vittorio invece ha imparato «la consapevolezza di essere particolarmente fortunato. Io mi sveglio la mattina e dico: ammazza che fortuna, faccio un mestiere che mi piace, ben pagato, ho una moglie che amo e mi ama, un figlio che si comporta bene, non ho problemi economici. Me l’ha insegnato con un addestramento militare, con durezza, però con grande amore».

Gli obblighi

Tra gli obblighi c’era quello di «leggere tre libri a settimana e farne il riassunto era duro per un ragazzo. E io ero un pessimo studente, non avevo capito il senso della scuola. Ma papà mi ha insegnato a fare sempre, nella vita, la scelta che comporta più fatica. Infatti, sono uno stakanovista, solo da poco ho imparato a godermi i momenti in cui non lavoro. Prima, appena non lavoravo, mi venivano i sensi di colpa. Arrivavano da mio padre. E a lui venivano da sua madre, nonna Luisa». E rivela: «Papà nasce da Heinrich Gassmann, ingegnere sismico tedesco che in Italia conobbe nonna, ebrea. Nonno muore che papà aveva 14 anni, lasciando da sola a Roma una vedova ebrea con due figli nel 1938, anno grave. Due cugine di nonna vengono deportate ad Auschwitz e uccise. Lei si salva perché papà era nella nazionale di pallacanestro. L’addestramento militare nasce da quella vedova spaventata che, per uscire da una situazione disperata, punta sui figli, spingendoli a primeggiare».

Tutti dieci

E quindi: «Papà a scuola aveva tutti dieci: nonna non avrebbe accettato un nove. Lei aveva sognato di fare l’attrice e, quando papà si iscrisse a Giurisprudenza, lo iscrisse a forza all’Accademia di arte drammatica. Nonna riuscì a salvarsi attraverso i figli, ma papà ha finito la vita male, depresso, in seguito a quelle esperienze». Anche lui è stato costretto a fare l’attore: «Totalmente. Papà, prima, mi ha fatto fare il militare, poi, l’attrezzista di scena. Quindi, mi ha buttato sul palco con lui, in Affabulazione di Pasolini: non volevo, non mi è piaciuto, ero terrorizzato, ogni giorno era come buttarmi col paracadute. Dopo, però, mi è rimasta la sensazione che il teatro era una bella famiglia. Allora ho cercato storie più divertenti e lì è nato il sodalizio con Gianmarco Tognazzi».

Gli incontri

Poi Alessandro Gassman rivela gli incontri più memorabili di una vita: «Ho avuto per padrino di battesimo Ettore Scola. Pensi come parto… A casa nostra, lui, Monicelli e Dino Risi c’erano tutti i giorni. Avere Gigi Proietti protagonista del Premio, la mia seconda regia, è stato un onore. Mi manca tanto. Vanessa Redgrave con cui ho fatto Un mese al lago di John Irvin è un essere umano straordinario: già all’epoca, lavorava su un Romeo e Giulietta israeliani e palestinesi e aveva ospitato in casa dei rifugiati bosniaci». Infine c’è Madonna, che era innamorata di lui secondo il coreografo Luca Tommasini: «Mi fece chiamare per girare uno spot con lei, senza che sapessi questo retroscena. Ma ero in tournée e rifiutai. Tutti a dirmi: scemo, ci devi anda’, quella è Madonna… Andò Raoul Bova, in ripiego. E poi, Madonna mi chiamò per il remake di Travolti da un insolito destino… e non andai perché avevo un altro film. Non l’ho mai incontrata. In generale, ho perso molte occasioni perché ho sempre occupato tutti gli spazi, torniamo al senso di colpa».

La politica

Gassman da Giovanni Floris, in tv, urlò a Giorgia Meloni «io a voi politici vi pago, quindi vi giudico quanto voglio». Ora che Meloni è premier, la giudica «come allora: non l’ho votata, non la voterò, ma ne riconosco la capacità di comunicare alle masse usando la semplificazione. Però giudico male anche chi all’opposizione si lamenta di cose che il governo non fa ma che neanche lui ha fatto quando governava». E lui potrebbe scendere in politica: «La tentazione è fortissima, ma mia moglie mi frena. Ha ragione: non ne ho le capacità». Però un sogno ce l’ha. Ma non quello di fare il sindaco di Roma: «Non ho quelle doti diplomatiche. Però, potrei gestire un assessorato alla Cultura».

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