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Scuola, arriva la pagella per i presidi: stipendio legato ai risultati. Che cosa cambia e perché non piace ai sindacati

22 Febbraio 2025 - 11:51 Ygnazia Cigna
valditara riforma pagelle presidi
valditara riforma pagelle presidi
Via libera con il decreto firmato dal ministro Giuseppe Valditara, che lo giudica un «provvedimento storico». La novità entra in vigore già dall'anno scolastico in corso. Come funzionano i giudizi sul lavoro dei dirigenti scolastici

Ora è ufficiale. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto che introduce la cosiddetta pagella dei presidi, ovvero il «Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici» che vincola una parte della retribuzione al raggiungimento di determinati obiettivi. Questa nuova valutazione, che entrerà in vigore già da questo anno scolastico 2024/2025, nasce con l’obiettivo dichiarato di rendere più trasparente e meritocratica la gestione delle scuole. Un «provvedimento storico» secondo il ministro Valditara che sottolinea come la riforma giunga «dopo ben 25 anni di attesa a causa di una serie di resistenze, sia a livello istituzionale che culturale». Resistenze che tuttora permangono: il sindacato Flc Cgil è andato su tutte le furie e ha chiesto il ritiro del provvedimento.

Cosa prevede la pagella dei presidi

La novità principale riguarda l’introduzione di una valutazione strutturata per i dirigenti scolastici, che si baserà su obiettivi concreti e misurabili. Tra i criteri presi in considerazione, vi saranno aspetti come la gestione tempestiva delle supplenze brevi, la puntualità nel pagamento delle fatture ai fornitori e i rapporti con il territorio. A questi si aggiungeranno temi cruciali come l’efficacia nella gestione delle pratiche burocratiche e l’attuazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (Ptof), essenziale per garantire la coerenza dell’offerta educativa con le esigenze degli studenti e delle famiglie. Fino ad oggi, la retribuzione dei dirigenti scolastici era spesso legata a criteri poco chiari, con un sistema di premi di produzione che non teneva conto di obiettivi misurabili. A gestire la valutazione saranno gli Uffici scolastici regionali (Usr).

Insorgono i sindacati

Nonostante l’approvazione del provvedimento, alcuni rappresentanti del settore esprimono preoccupazioni riguardo l’efficacia e l’equità del nuovo sistema. «È un’operazione molto grave che, insieme alla delega sulla revisione di funzioni e prerogative degli organi collegiali, rappresenta lo strumento attraverso il quale esercitare un controllo diretto sull’attività dei dirigenti scolastici e smantellare l’autonomia scolastica tutelata dalla Costituzione. Per questo continuiamo a chiederne il ritiro», commenta Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil. «Siamo pronti, da subito, a tutelare in tutte le sedi l’autonomia delle istituzioni scolastiche e i dirigenti scolastici da ingerenze e pressioni esercitate attraverso lo strumento della valutazione», chiosa. Della stessa linea anche la Uil Scuola Rua che in una nota dichiara: «Siamo contrari, nel metodo e nel merito. Si tratta di una procedura che non supporta il lavoro dei presidi, ma li mette in competizione tra loro, come se fossero top manager di un’azienda e non figure fondamentali per la crescita e l’organizzazione della scuola».

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