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Silvio Orlando e quella volta che l’autista di Berlusconi gli salvò il posto in Tv. La chiamata di Antonio Ricci e la guerra tra i canali

22 Febbraio 2025 - 17:11 Giovanni Ruggiero
Silvio Orlando
Silvio Orlando
L'attore ricorda i primi passi a Fininvest a metà degli anni '80. Tra gli esperimenti dell'epoca, c'era stato «Matrioska», programma di Antonio Ricci dalla vita brevissima

Un pezzo del successo prima in Tv e poi al cinema, Silvio Orlando lo deve anche a Silvio Berlusconi. O meglio a un suo autista. L’attore ha raccontato i suoi esordi proprio in Fininvest in una lunga intervista al Messaggero a Malcom Pagani. Era la metà degli anni Ottanta, quando «tutti avevano il sole in mano e c’era una corsa generalizzata a fare soldi. Nelle tv commerciali entrai per una di quelle casualità che mi inducono a dire che non ho meritato niente e si è trattato soltanto di una serie di botte di culo».

L’esordio a Milano con Antonio Ricci

L’arrivo a Milano avvenne per partecipare a uno spettacolo di Gabriele Salvatores intitolato Comedians: «Eravamo io, Rossi, Bisio e Catania. Gino e Michele scrivevano i testi. Furono loro, che collaboravano con Antonio Ricci, un genio, a farmi approdare in tv. Il primo impegno fu una specie di parodia di Star Trek. Davo la voce a un robot: Esposito B12. A Ricci fui simpatico e mi arruolò in quella follia di Matrioska: un programma che nei suoi piani non prevedeva censure. Era un macello, dentro c’era qualsiasi cosa».

Il salvataggio dell’autista di Berlusconi

Quel programma durò pochissimo. Quindi intervenne Silvio Berlusconi che «decise di metterci mano. Riunì in una saletta le sue guardie del corpo e gli autisti, e gli fece vedere la trasmissione: “Dite cosa vi piace e cosa no”. Tra le quattro cose salvate c’era anche la mia». Uno di loro lo indicò senza tentennamenti: «Non disse neanche Silvio, disse solo “quello lì”». Berlusconi allora ci convocò ad Arcore. Sabina Guzzanti, David Riondino, Pangallo e io. Arrivai con 45 minuti di ritardo. Alla fine Berlusconi ci portò a fare un giro». Niente mausoleo però, solo una tappa alla piscina sotterranea con il pianoforte accanto.

La guerra tra i canali Fininvest

Del fondatore di Fininvest, l’attore ammette che uno come lui non poteva non stare simpatico: «È chiaro: è il padrone degli anni ’50, quello che ti manda il panettone a casa, ma era difficile non assolvere chi ne restava soggiogato». Certo Orlando non era proprio allineato politicamente con l’ex premier. Ma nelle sue aziende quello era l’ultimo dei problemi: «Io lì dentro non ho mai avuto problemi politici, al limite esistenziali. Faticavo perché l’aria era irrespirabile, i tre canali erano in guerra tra loro e si inseguiva costantemente il complotto».

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