La madre di Valentino Colia, morto investito a Milano, e lo sconto di pena all’omicida: «Era ubriaco e senza patente»
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Valentino Colia, 15 anni, è morto investito il 17 luglio 2023 a Garbagnate Milanese. Alla guida del furgone che l’ha ucciso c’era Bogdan Pasca, 34 anni, cittadino rumeno. Pasca ha ricevuto una condanna in rito abbreviato a 7 anni e 4 mesi per omicidio stradale in primo grado. La Corte d’Appello di Milano gliel’ha ridotta a 6 anni. Emilia Nastasi, madre di Valentino, è indignata: «Lo scorso giugno ci sembrava che finalmente fosse stata fatta giustizia. Speravamo che la vicenda giudiziaria fosse terminata lì». Invece «non ci è stato concesso neanche il tempo di metabolizzare il dolore».
Lo sconto di pena
In ogni caso lo sconto di pena di un sesto ci sarebbe stato con la riforma Cartabia: «Il risultato, infatti, non sarebbe stato tanto diverso rispetto a quanto è stato deciso in secondo grado. Per noi, però, è stato lancinante tornare nelle aule del Palazzo di giustizia, dove speravamo di non dover più metter piede». Quando Emilia ha letto il dispositivo ha pensato che «questo è un Paese senza giustizia. Ci sentiamo abbandonati. Da entrambi. Per la legge l’omicidio stradale è un reato colposo. Per me non è così». E questo perché «se ti metti alla guida ubriaco, sei consapevole che puoi uccidere qualcuno. Anzi, parlerei persino di dolo: se ti metti alla guida ubriaco vuoi uccidere qualcuno».
Il ministro e la sentenza
Nastasi dice di non capire l’indignazione per la sentenza del ministro Salvini: Il nuovo codice della strada è stato voluto da Salvini, ma ci sono dei cortocircuiti nel provvedimento. Bisognava pensare a delle disposizioni differenti, come incentivare la presenza degli autovelox. Non servono i limiti di velocità, se poi non ci sono dispositivi necessari a rilevare le infrazioni». Per evitare le morti sulle strade secondo la madre di Valentino «servono pene più severe, perché è come se si considerasse l’omicidio stradale un reato di serie B. Il mio desiderio sarebbe che non ci fossero più altri Valentino, altri ragazzi che escono una sera d’estate per andare a mangiare un gelato e non tornano più».
L’ergastolo del dolore
Sulla possibilità di una pena riparativa per il cittadino rumeno, dice, «al momento lo escludo. Non ci sono le condizioni. Dobbiamo ritrovare un equilibrio, ma siamo condannati all’ergastolo del dolore. Una spinta in positivo per andare avanti ci viene dall’associazione che abbiamo fondato».