Israele annulla il rilascio di prigionieri palestinesi dopo gli oltraggi di Hamas sugli ostaggi. Tregua a Gaza di nuovo in bilico?

Israele ha deciso di congelare il rilascio di centinaia di detenuti palestinesi sino a quando Hamas non porrà fine alle «umilianti cerimonie» cui vengono sottoposti gli ostaggi israeliani al momento della liberazione. Lo ha fatto sapere nella notte tra sabato e domenica l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo quanto riportano i media israeliani, gli oltre 600 prigionieri palestinesi che dovevano essere liberati ieri in cambio dei 6 ostaggi rilasciati sabato da Hamas erano già saliti a bordo dei bus davanti arrivati alla prigione di Ofer quando è arrivato il contrordine del governo: sono stati fatti scendere e riportati in carcere. L’Anp ha confermato che i rilasci di prigionieri sono stati posticipati «sino a nuovo ordine». E ora l’accordo di tregua nella guerra tra Israele e Hamas esplosa il 7 ottobre 2023 – la cui prima fase è agli sgoccioli – torna di nuovo in bilico.

Gli oltraggi di Hamas e la rabbia di Israele

Israele fuma di rabbia per gli oltraggi crescenti di Hamas negli ultimi giorni: prima la riconsegna di un corpo sbagliato nella bara in cui sarebbe dovuta esserci Shiri Bibas, poi la rivelazione da esame autoptico che lei così come i suoi due piccoli Kfir e Ariel – simbolo della strage del 7 ottobre – sono stati uccisi a sangue freddo dai terroristi dopo il rapimento. Infine, ieri, l’ennesima messinscena su un palco di una «cerimonia» di liberazione di ostaggi, col momento più umiliante quando Omer Shem Tov, 22 anni, è stato costretto a baciare sulla testa due terroristi di Hamas armati fino ai denti, sorridendo e mostrando il pollice in su. Sabato sera si è poi scoperto, inoltre, che alla grottesca cerimonia i miliziani hanno costretto ad assistere anche due ostaggi dei quali il rilascio non è al momento previsto: Guy Gilboa Dallal ed Evyatar David. In un video diffuso da Hamas si vedono i due giovani mettersi le mani in faccia per l’«invidia» per i liberati e chiedere in modo pressante al governo d’Israele di riportarli a casa.