Steve Bannon sfida Meloni sull’Ucraina: «Basta armi e soldi a Kiev, ascolti Trump e si svegli»


Altro che unità d’intenti tra Europa e Stati Uniti, altro che sostegno alla lotta del popolo ucraino. Giorgia Meloni deve rassegnarsi, allinearsi a Donald Trump e smetterla di sostenere la resistenza armata di Zelensky alla Russia. Parola di Steve Bannon, l’ex ideologo del presidente Usa che resta comunque ascoltato nel mondo Maga, che nei giorni scorsi gli ha offerto di nuovo un palco alla conferenza dei conservatori Usa (Cpac). Dal quale smentisce di aver fatto un saluto nazista. Ricostruzione «ridicola, è un saluto che faccio al mio pubblico continuamente», dice Bannon al Corriere. Ma quel che più gli sta a cuore mandare all’Italia è il messaggio di fondo politico-militare. «Se mi avesse ascoltato negli ultimi due anni non sarebbe stata imbarazzata nelle ultime 72 ore da quello che ha detto il presidente Trump sull’Ucraina. Spero che sia una sveglia per lei», manda a dire Bannon a Meloni. I due sono stati molto vicini negli anni passati, Bannon è stato accolto con tutti gli onori alla festa di Atreju quando FdI era ancora all’opposizione. Ora i rapporti si sono raffreddati. Anche per via delle dissonanze sull’Ucraina: Bannon s’è ritagliato il ruolo di propagandista dell’isolazionismo Usa, la premier italiana quello di tenace sostenitrice di Kiev, pure a costo di sfidare certe diffidenze dell’opinione pubblica.
L’inversione di rotta di Trump e la spinta ad abbandonare l’Ucraina
Peccato che ora tutto sia cambiato. Alla Casa Bianca è tornato Trump, che nel giro di un mese ha ribaltato di 360 gradi (o quasi) l’approccio dell’America: altro che eroe, Zelensky è un dittatore, un corrotto, un piazzista che s’è fatto sganciare centinaia di miliardi dagli Usa; Putin invece è l’uomo con cui dialogare per chiudere al più presto il conflitto. L’Italia e l’Europa, in questo quadro, semplicemente non hanno scelta se non quella di accodarsi, dice brutale Bannon a Viviana Mazza. «Non c’è decisione da prendere. L’Italia può permettersi di mandare truppe o denaro illimitato in Ucraina? Volete appoggiare i britannici che mandano truppe? Avete la possibilità di pagare? No. Senza l’America è finita. Non importa quello che dice l’Europa». A dire il vero anzi Bannon è perfino più oltranzista di Trump. Fosse per lui, altro che accordo sulle terre rare a garanzia dei fondi Usa: il rubinetto degli aiuti a Kiev sarebbe da chiudere e subito, senza se e senza ma. «Trump è magnanimo, parla di risorse e forse un qualche coinvolgimento andando avanti, io sono un populista duro e puro, non vogliamo più mandare soldi né truppe». L’idolo del popolo Maga ha parlato: Meloni è avvisata.
In copertina: L’ideologo del movimento Maga Steve Bannon parla alla Conservative Political Action Conference (Cpac) – National Harbor, Maryland, Usa, 20 febbraio 2025 (EPA/WILL OLIVER / POOL)