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Green Deal, la Commissione Ue fa un altro passo indietro: slitta la carbon tax. L’Italia festeggia

24 Febbraio 2025 - 16:53 Gianluca Brambilla
rinvio carbon tax ue
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Tra le proposte del «pacchetto Omnibus», che sarà presentato mercoledì 26 febbraio, c'è anche il rinvio di un anno del meccanismo Cbam. Ecco cosa prevede

La Commissione europea chiederà di rinviare di un anno, dal 2026 al 2027, l’entrata in vigore del Cbam, il Meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere noto anche come «carbon tax». La proposta di Bruxelles è contenuta in una bozza del pacchetto Omnibus, un insieme di proposte per la semplificazione normativa che sarà presentato mercoledì 26 febbraio a Bruxelles. Le novità contenute nel documento, almeno secondo una versione visionata dall’Ansa e da Politico, sono essenzialmente due. La prima riguarda la proposta di posticipare di un anno l’attivazione del meccanismo Cbam. La seconda prevede di introdurre un’esenzione dal pagamento della carbon tax per le aziende che introducono meno di 50 tonnellate di prodotto all’anno, pur con qualche eccezione.

Accolta la richiesta del governo italiano

Se confermata, la proposta della Commissione europea si muoverebbe nella direzione auspicata dal governo italiano, che è stato uno dei primi a muoversi in Europa per chiedere una revisione della carbon tax. Nelle scorse settimane, il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha incontrato a Parigi il suo omologo francese, Marc Ferracci, assieme al quale ha lanciato un appello rivolto proprio a Bruxelles: «I nostri Paesi – si legge in un comunicato del Mimit – condividono la necessità di rivedere subito il Cbam per garantire la competitività della nostra industria nella sfida della decarbonizzazione». L’eventuale rinvio della carbon tax farebbe seguito a quanto accaduto nei mesi scorsi a un altro provvedimento cardine del Green Deal europeo, ossia la legge contro la deforestazione, la cui entrata in vigore è stata posticipata di un anno.

Cos’è il Cbam europeo

Per quanto complesso e poco accessibile ai non addetti ai lavori, il Meccanismo europeo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Cbam) viene considerato un pilastro imprescindibile dell’agenda verde europea. Si tratta, in sostanza, di una tassa ambientale pensata per rendere più espliciti i cosiddetti «costi nascosti», ossia gli effetti sull’ambiente e sul clima generati dall’immissione di gas serra in atmosfera. Il Cbam obbliga le aziende europee ad acquistare certificati di CO2 relativi ai prodotti che importano da Paesi terzi: più un prodotto viene realizzato con processi inquinanti e usando combustibili fossili, più certificati di CO2 dovrà comprare l’azienda che lo importa sul mercato europeo. In questo modo, l’Unione europea punta a raggiungere due obiettivi. Da un lato, incentivare l’uso di energia pulita e contrastare i cambiamenti climatici. Dall’altro, evitare che le merci importate da Paesi extra-europei godano di un vantaggio competitivo per il solo fatto di non doversi curare delle conseguenze ambientali dei processi di produzione.

A dirla tutta, il Cbam è già in vigore. A ottobre 2023 è iniziata infatti la «fase transitoria», che si applica ai settori di cemento, ferro, acciaio, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. La fase definitiva dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2026, ma la Commissione europea chiede ora a posticipare quella data di un anno, così da dare alle aziende più tempo per adeguarsi. Oltre al rinvio, Bruxelles chiede una revisione del meccanismo stesso del provvedimento. Come? Introducendo, si legge nella bozza, «una soglia che esenterà la stragrande maggioranza degli importatori dagli obblighi previsti». L’intenzione della Commissione europea, insomma, è ridurre l’onere sulle piccole e medie imprese e far sì che siano solo i grandi importatori a dover pagare la tassa sul carbonio.

Il futuro del Green Deal, tra “semplificazione” e nuove politiche industriali

La posizione ufficiale della Commissione europea sul rinvio del Cbam si saprà mercoledì 26 febbraio. Quel giorno, a Bruxelles, la presidente Ursula von der Leyen alzerà il sipario su tre importanti iniziative politiche: due che puntano a portare avanti quanto fatto finora sul Green Deal e una che propone invece alcuni passi indietro. Nella prima categoria si inseriscono il Clean Industrial Deal, un maxi-piano di investimenti per stimolare la produzione di tecnologie pulite in Europa, e l’Affordable Energy Action Plan, pensato per contrastare il caro-bollette e abbassare i costi dell’energia. Assieme a questi due provvedimenti verrà presentato anche il pacchetto Omnibus, che punta a ridurre l’onere economico e amministrativo a carico delle aziende andando a riaprire e semplificare i numerosi provvedimenti dell’agenda verde europea approvati nel corso dell’ultima legislatura.

Foto copertina: Dreamstime/Jjayo

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