L’FDA non ha ammesso che i vaccini Covid causino il cancro
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In precedenza avevamo trattato diverse fake news riguardo a presunte contaminazioni di DNA estraneo nei vaccini a mRNA contro la Covid-19. Si era parlato in maniera altrettanto infondata di tracce genetiche del virus delle scimmie SV40. Tutto questo sarebbe inoltre collegato a casi di cancro nei vaccinati. Queste narrazioni continuano a proliferare nei siti click bait, come SLAY. Autori nostrani usano questi materiali per “arricchire” ulteriormente la narrazione. Si arriva così a sostenere fantomatiche ammissioni dell’FDA, l’Agenzia americana che monitora la sicurezza dei farmaci e degli alimenti. Tali condivisioni continuano a circolare su Facebook, anche dopo che il post in oggetto non risulta più online (copia cache). Vediamo di cosa si tratta realmente.
Per chi ha fretta:
- Viene condivisa una presunta ammissione dell’FDA riguardo a un collegamento tra vaccini, DNA estraneo e tumori.
- Non risulta alcuna comunicazione del genere da parte dell’FDA.
- Lo studio alla base di tale presunto passo indietro è una ricerca svolta da studenti delle scuole superiori che non dimostra alcuna pericolosa contaminazione.
- Si citano precedenti dichiarazioni del biologo McKernan che si sono già rivelate prive di fondamento.
- Anche le congetture sulla presenza di mRNA dei vaccini nei tumori risultano prive di fonti a supporto.
Analisi
Le condivisioni riguardo alla presunta ammissione dell’FDA circolano con la seguente didascalia ch’è una sintesi del post in oggetto:
La FDA ammette che i vaccini mRNA anti-Covid causano il cancro
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha appena fatto l’ammissione esplosiva che i “vaccini” a mRNA contro il Covid sono stati contaminati con sostanze che hanno innescato un’ondata globale di tumori.
L’agenzia federale ha fatto questa ammissione dopo che uno studio della FDA ha confermato che il “vaccino” a mRNA anti-Covid della Pfizer contiene livelli pericolosi di contaminazione eccessiva del DNA.
Come riportato in precedenza da Slay News , da tempo eminenti scienziati lanciano l’allarme: l’aumento dei tumori mortali tra i vaccinati contro il Covid è causato da frammenti di DNA presenti nelle iniezioni di mRNA.
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La narrazione delle contaminazioni di DNA estraneo
Come accennavamo si usa come premessa un articolo di SLAY. Ma l’argomento non riguarda direttamente le presunte contaminazioni di DNA estraneo. Anche se era stato suggerito in precedenza proprio dal biologo Kevin McKernan, il quale stavolta – secondo il sito Web – avrebbe scoperto tracce di vaccini mRNA nei tumori:
«Un rinomato scienziato ha lanciato l’allarme dopo aver scoperto tracce di “vaccini” mRNA contro il Covid nei tumori cancerosi in rapida evoluzione dei pazienti affetti da turbo cancro».
Queste assieme a SV40, sarebbero collegate all’incremento dei casi di «turbo cancro» (nota: ne riparliamo in questo articolo tra qualche paragrafo). Il sito suggerisce quindi una connessione tra i vaccini Covid e tumori. Non si menziona però una dichiarazione dell’FDA in merito.
Innanzitutto – come avevamo già verificato in un articolo precedente – McKernan non dimostra l’esistenza di pericolose contaminazioni di DNA estraneo, ancor meno di SV40. Le fiale utilizzate dal biologo erano giunte a lui in forma anonima, conservate a temperatura ambiente e scadute. A dare risonanza a tali ricerché è stato il biologo molecolare Phillip Buckhaults, il quale a sua volta è intervenuto per contrastare le interpretazioni No vax definendo le sue delle affermazioni «teoriche». Anche la presenza di SV40 risulta priva di fondamento, come avevamo visto qui e qui.
È sempre McKernan a parlare di DNA residuo di SV40 nelle dosi di vaccino Pfizer. Tali affermazioni vennero riportate dal biologo in risposta ad alcune richieste di chiarimento riguardo due controversi preprint in merito (qui e qui). Ma in quale studio risulterebbe che le sequenze identificate sarebbero note per causare il cancro? È una domanda che deve esseri fatto anche il biologo molecolare Barry Milavetz il quale studia il virus SV40 all’Università del North Dakota. L’esperto si è espresso in merito in una intervista ai colleghi di FactCheck.org:
«È molto improbabile che eventuali residui di DNA si integrino nel genoma di una persona e, se ciò accadesse, ci sarebbero ancora meno probabilità di provocare il cancro».
Come spiegava Tanya Lewis nella sua analisi per Scientific American, non risulta affatto l’uso di DNA del SV40 nella produzione dei vaccini a mRNA. È emblematico notare che tale contaminante si palesò realmente in passato nei primi vaccini anti-polio, senza riscontrare eventi avversi collegati, come l’insorgere di tumori. Si tratta per altro di un vecchio bersaglio delle narrazioni No vax. Nella nostra Guida spiegavamo che per accelerare la produzione dei vaccini a mRNA si usano anelli di DNA chiamati plasmidi, mediante alcuni batteri. Questi si moltiplicano in colture. Si producono così numerose copie della sequenza di DNA usato come “stampo”, da cui si ottiene l’mRNA corrispondente.
Trovate tracce di vaccini a mRNA nei tumori?
Veniamo ora alla “versione aggiornata” di queste narrazioni, dove lo stesso McKernan ora vede tracce dei vaccini a mRNA nei tumori. SLAY non fa altro che riportare le affermazioni fatte dal «ricercatore indipendente di vaccini» John Beaudoin Sr durante una intervista, nella quale attribuisce al biologo la scoperta di corrispondenze genetiche tra un tumore al colon e l’mRNA del vaccino Pfizer, suscitando lo stupore dell’intervistatrice:
«Non sono un biologo, ma quando Kevin McKernan ha sequenziato il genoma del tumore al colon qualche settimana fa, ha trovato corrispondenze con l’mRNA del vaccino Pfizer. È andato tutto a rotoli».
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A quale studio si fa riferimento? SLAY riporta come fonte solo alcune affermazioni attribuite direttamente a McKernan:
«Siamo nella fase in cui stiamo esaminando i tumori per cercare eventi di integrazione e cercando prove di ciò nelle biopsie tumorali – ha detto McKernan -. E ora possiamo trovarli. Ne hanno trovato uno molto forte con una [proteina, Nda] Spike inviataci per il sequenziamento. E possiamo trovare componenti dei vaccini Pfizer all’interno di questa cosa un anno dopo la vaccinazione».
Si tratta di congetture dove non è chiaro cosa abbia effettivamente trovato McKernan. Restiamo in attesa di leggere uno studio in merito.
Esiste davvero il turbo-cancro?
Per altro – come abbiamo visto in una precedente analisi -, qualcosa come il “turbo-cancro” non esiste. Di certo l’FDA non ne conferma l’esistenza. Si tratta di una parola usata negli ambienti No vax basata sul falso mito dei vaccinati contro la Covid che svilupperebbero dei tumori a rapido sviluppo. Come è stato per il termine «siero» per riferirsi ai vaccini, o con «Vaids» per definire una fantomatica immunodeficienza da vaccino; parliamo sempre di totali invenzioni presentate con termini che sembrano scientifici, ma non lo sono affatto.
L’FDA e lo studio che le avrebbe fatto cambiare idea.
Dunque alla base della premessa condivisa sui social c’è un articolo di SLAY che va ben oltre la disinformazione sulle contaminazioni di DNA estraneo nei vaccini a mRNA. Affermare infatti che se ne troverebbe traccia nelle sequenze genetiche dei tumori. In particolare al colon. Si tratta tuttavia di mere congetture estrapolate a interviste. Mancano fonti robuste a supporto.
Ma la narrazione va oltre, citando uno studio del Journal of High School Science (trovate qui una versione dove è possibile selezionare parti del testo). «I test condotti presso il White Oak Campus della FDA nel Maryland hanno rilevato livelli scioccanti di contaminazione del DNA nei “vaccini”», riporta l’autore del post in oggetto. Da qui dovrebbe essere tratta l’affermazione con cui viene promosso il contenuto:
«La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha appena fatto l’ammissione esplosiva che i “vaccini” a mRNA contro il Covid sono stati contaminati con sostanze che hanno innescato un’ondata globale di tumori. L’agenzia federale ha fatto questa ammissione dopo che uno studio della FDA ha confermato che il “vaccino” a mRNA anti-Covid della Pfizer contiene livelli pericolosi di contaminazione eccessiva del DNA».
Salvo poi precisare come «si prevede che la FDA commenterà i risultati questo mese». L’articolo procede precisando che «l’agenzia non ha ancora diramato un avviso pubblico, non ha ritirato i lotti interessati né ha spiegato come sia stato possibile che fiale che superavano gli standard di sicurezza raggiungessero il mercato». Allora di quali ammissioni si sta parlando esattamente?
Cosa hanno trovano davvero gli studenti
Non c’è una fonte di alcuna dichiarazione dell’FDA in tal senso. La rivista che ha pubblicato lo studio è un giornale dedicato alle ricerche svolte dagli studenti delle scuole superiori. Inoltre «nel tentativo di ridurre i tempi di revisione, la rivista può pre-elaborare i manoscritti inviati tramite AI generativa per una revisione iniziale». Forse anche per queste ragioni è possibile scaricare un documento dove i revisori riportano i loro commenti a riguardo.
I revisori hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla metodologia e alla generalizzazione dei risultati, oltre alla interpretazione dei dati relativi alla presenza di DNA plasmidico (rileggete la nostra Guida o il paragrafo iniziale sulle presunte contaminazioni di DNA estraneo) nei vaccini a mRNA. I revisori contestano in particolare le dimensioni dei frammenti di DNA rilevati, la loro potenziale integrazione nel genoma umano e la validità del metodo di rilevamento utilizzato.
Soprattutto questo documento non risulta essere stato preso in considerazione dall’FDA, né si dimostra che genere di eventi avversi dovrebbero comportare tali contaminazioni. Infatti gli studenti non hanno rilevato DNA plasmidico in quantità e condizioni tali da replicarsi nei vaccini Pfizer analizzati. I risultati mostrano che tali frammenti sono piccoli e meno propensi a causare problemi di salute.
Conclusioni
Lo studio che avrebbe portato l’FDA ad ammettere che i vaccini Covid sarebbero collegati a pericolose contaminazioni di DNA estraneo che li collegherebbero ai casi di “turbo-cancro” non dice niente di questo. La ricerca svolta da studenti delle scuole superiori non è collegata in alcun modo a fantomatiche ammissioni dell’Agenzia americana.
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