Germania, Merz accelera sul governo con i Socialisti: «No a frontiere chiuse, ma protette. L’Ucraina? Inaccettabile Trump che decide sulle nostre teste»
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«Abbiamo un mandato chiaro e costruiremo una Grosse Koalition» con i Socialdemocratici. A parlare è Friedrich Merz, leader della Cdu e vincitore delle elezioni federali in Germania. Con il 28,5% dei consensi, i cristiano-democratici si sono imposti come primo partito a livello nazionale e guideranno la prossima maggioranza di governo. Lo scenario più probabile, confermato ora dallo stesso leader della Cdu, è un’intesa a due con i Socialdemocratici di Olaf Scholz, che pure sono reduci da uno dei peggiori risultati elettorali della loro storia recente. «I colloqui inizieranno nei prossimi giorni», ha spiegato Merz all’indomani del voto, aggiungendo di voler parlare con il presidente della Spd e con il cancelliere uscente per un passaggio di consegne. «Anche se la situazione è difficile – ha aggiunto il leader della Cdu – sono fiducioso che arriveremo a delle soluzioni».
L’exploit di AfD e il messaggio alla Spd
In un incontro con i giornalisti a Berlino, Friedrich Merz ha assicurato che intende dar vita a un nuovo governo entro Pasqua: «Il mondo non aspetta, la Germania ha bisogno di un governo in grado di agire». Il futuro cancelliere ha anche commentato l’exploit dell’estrema destra di Afd, che si è piazzata al secondo posto a livello nazionale con il 20,8% delle preferenze. «Afd ha esattamente il doppio dei voti dell’ultima volta e questo è l’ultimo segnale di allerta ai partiti del centro. Sono determinato ad accogliere questi segnali. E sono determinato a colloqui costruttivi e veloci con l’Spd», ha insistito Merz. Per quanto riguarda l’immigrazione, «nessuno di noi vuole chiudere le frontiere», ha assicurato il futuro cancelliere. La vera questione, piuttosto, «è come proteggerle meglio».
Le prime parole di Merz su Usa e Israele
Nel colloquio con i giornalisti, Merz ha anche detto la sua sulle recenti tensioni diplomatiche tra Bruxelles e Washington. «Non avrei mai pensato di dover dire una cosa del genere, ma tutti i segnali dicono che negli Stati Uniti l’interesse per l’Europa diminuisce», ha detto Merz. «Sono convinto – ha aggiunto – che potremo convincere gli americani che l’Europa sia nel loro interesse. Ma dobbiamo anche confrontarci con lo scenario peggiore». A proposito della possibilità che la Germania, così come altri Paesi europei, sia colpita dai dazi annunciati da Donald Trump, Merz precisa: «Sono piuttosto preoccupato di quello che sento a Washington, ma non credo sia l’ultima parola».
Gli stessi timori del futuro cancelliere riguardano anche l’accelerazione della Casa Bianca per la risoluzione della guerra in Ucraina. «Osserviamo con preoccupazione il tentativo di decidere sulle teste degli europei e degli ucraini per fare un accordo con la Russia. Questo è inaccettabile per l’Europa», ha scandito Merz. Nell’incontro a Berlino c’è spazio anche per una domanda sul premier israeliano Benjamin Netanyahu, per cui la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato d’arresto internazionale per crimini di guerra. «Non è possibile che il premier israeliano non possa visitare la Germania. È assurdo», ha detto Merz, precisando che Netanyahu potrà recarsi nella capitale tedesca senza dover temere di finire in manette.
I Verdi verso l’opposizione
Le parole di Merz all’indomani del voto sembrano suggerire che la prossima coalizione di governo coinvolgerà soltanto la Cdu e la Spd, che insieme possono contare su 328 voti al Bundestag, appena dodici in più di quelli necessari per avere la maggioranza. Più difficile che saranno coinvolti anche i Verdi, che garantirebbero al governo 85 voti aggiuntivi ma rischierebbero di far litigare la coalizione. «Volevamo ottenere di più, il risultato non corrisponde alle mie aspettative», ha detto Robert Habeck, annunciando che lascerà la guida del partito. Con ogni probabilità, i Verdi torneranno a sedere ai banchi dell’opposizione.
Foto copertina: EPA/Hannibal Hanschke | Friedrich Merz durante una conferenza stampa post-elezioni a Berlino, 24 febbraio 2025