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La folla protesta per Luigi Mangione alla prima udienza del processo per omicidio: «La sanità è un diritto umano» – Il video

24 Febbraio 2025 - 10:53 Antonio Di Noto
luigi mangione
luigi mangione
Mangione, ormai diventato un simbolo della lotta a un sistema che non mette al centro i cittadini ma i profitti, rischia l'ergastolo senza possibilità di libertà e la pena di morte

Erano centinaia le persone davanti al tribunale di New York dove Luigi Mangione era atteso per un’udienza amministrativa, la prima in presenza dalla formalizzazione dell’accusa. «Free Luigi» si leggeva sugli striscioni dedicati al classe 1998 italo americano accusato dell’omicidio del Ceo di United Healthcare. I manifestanti una chiedevano copertura sanitaria universale e gratuita, inneggiavano al 26enne laureatosi in una prestigiosa università Ivy League e hanno fatto la fila per provare a entrare nei corridoi del tribunale nonostante le temperature sottozero e i venti gelidi che sabato sferzavano su New York.

EPA/JUSTIN LANE

«Luigi prima dei parassiti»

«Mio padre sta morendo per un cancro al fegato e l’assicurazione non copre le spese», gridava al megafono una ragazza. «Io voglio semplicemente dire: al diavolo UnitedHealthcare» – ha continuato la manifestante – «Su questo siamo tutti d’accordo, a prescindere dalle idee politiche». Giovani e anziani, madri e bambini. Healthcare is a human right cantavano davanti al numero 100 di Centre Street, a Manhattan, sede del Palazzo di giustizia. «Siamo tutti Luigi»; «Luigi prima dei parassiti», «stop denying, people are dying», «the people united will never be defeated», si leggeva sugli altri striscioni.

Il verde simbolico

Mangione è arrivato con le mani e le caviglie ammanettate. Ai piedi dei mocassini, addosso un giubbotto antiproiettile sopra un maglione verde, come quello molti dei suoi sostenitori dentro e fuori l’aula del tribunale, anch’essi di verde vestiti. Il giudice Gregory Carro ha respinto la richiesta di uno degli avvocati di Mangione di rimuovere le catene. Di fronte alle accuse, il 26enne si è dichiarato non colpevole delle accuse statatli, ma deve ancora rispondere di quelle federali per l’omicidio Brian Thompson, mentre il dirigente si dirigeva verso l’hotel che ospitava la conferenza annuale degli investitori di UnitedHealthcare a il 4 dicembre.

Il messaggio di Mangione dopo il sostegno della folla

Mangione, ormai diventato un simbolo della lotta a un sistema che non mette al centro i cittadini ma i profitti, rischia l’ergastolo senza possibilità di libertà e la pena di morte. I suoi fan hanno raccolto per lui oltre mezzo milione di dollari per coprire le spese legali. «Sono sopraffatto e grato – si legge nella comunicazione rilasciata tramite il sito dedicato a Mangione creato dai suoi avvocati – a tutti coloro che mi hanno scritto per condividere le loro storie ed esprimere il loro supporto. Un supporto ha trasceso con forza le divisioni politiche, razziali e persino di classe. Sebbene non possa rispondere a tutti sappiate che leggo tutte le lettere che ricevo. Grazie ancora a tutti coloro che hanno trovato il tempo di scrivere. Aspetto le vostre comunicazioni future».

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