Il figlio denunciato per maltrattamenti e le tre donne contro il concorso: Patrizia Mirigliani racconta Miss Italia
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Patrizia Mirigliani è la figlia di Enzo, storico organizzatore di Miss Italia. In un’intervista al Corriere della Sera oggi accusa la Rai di aver messo al bando il concorso. La decisione è stata presa nel 2013 dal dirigente della tv pubblica Giancarlo Leone. Ma secondo lei tre donne si sono messe contro di lei: Laura Boldrini, Marinella Soldi e Anna Maria Tarantola. In più, accusa Miriam Leone di essere un’ingrata. Che non è mai «tornata a trovarci». Nonostante lo abbia fatto anche Sophia Loren. In più secondo lei la bellezza è stata «mortificata da un certo tipo di femminismo».
Sophia Loren
Nel colloquio con Elvira Serra l primo ricordo è proprio su Loren: «Mia madre mi aveva accompagnato a comprare un abito Armani, perché quell’anno bisognava scendere una scalinata, tipo Sanremo, e voleva che fossi inappuntabile. Invece all’ultimo decisi di mettermi un paio di jeans strappati ad arte, con degli stivaletti. Mamma ci rimase malissimo. Quando mi sedetti in giuria vicino a Sophia Loren, lei si preoccupò: “Ma si sono rotti scendendo le scale?”. La rassicurai e le dissi che io rappresentavo la rottura con il passato. La feci molto ridere. Sophia aveva un grande amore per Salsomaggiore, c’era andata a fare le cure per avere il primo figlio».
Mentre la presenza di Miriam Leone a Sanremo «è stato un super spot per Miss Italia. Carlo aveva presentato il concorso l’anno in cui lo aveva vinto Miriam, nel 2008. Lei ha fatto molta strada: è diventata una stella del cinema e da poco anche mamma. Ha classe e bellezza». Però Leone è un’ingrata, secondo Mirigliani: «Non mi ha chiamato. Io continuo a pensare sempre il meglio di lei, si capiva subito che aveva la stoffa. Certo, mi è spiaciuto che non abbia mai accolto i nostri inviti a tornare a trovarci. Lo ha fatto perfino Sophia Loren, due volte, e ho detto tutto…».
Il docufilm «Miss Italia non deve morire»
A partire dal 26 febbraio sarà visibile su Netflix il documentario-film «Miss Italia non deve morire». «Non volevo che edulcorassero le cose o che ne facessero una celebrazione, però è vero, sono stati impietosi. Quando l’ho visto non ci ho dormito la notte. Ma non voglio fare come mio padre, che ricevette un Tapiro perché si era opposto alla fiction di Dino Risi sul concorso», spiega lei. Che poi parla dell’agente Gerry che scherza sul fondoschiena di una concorrente: «Il povero Gerry, che è scomparso durante le riprese, apparteneva alla vecchia scuola e anche a un’idea di bellezza superata. Ovviamente mi dissocio da tutte le considerazioni sessiste rivolte alle nostre ragazze, espressione di un retaggio culturale arcaico».
Il figlio
Il documentario parla anche del figlio: «Quelle scene sono state girate tre anni fa e Nicola è molto maturato: oggi ha 36 anni, è un uomo. Resta il fatto che esce da venti anni di tossicodipendenza, sono cose che lasciano il segno. Semmai mi ha seccato che abbiano tagliato la parte relativa al padre. Perché un padre c’è». Nicola le ha detto «Sei una fallita»: «Da quando è morto mio padre, nel 2011, questa sensazione di fallimento aleggia sopra di me. Ma nelle parole di mio figlio ho letto solo la sua rabbia verso se stesso. In quei momenti, ormai lontani, voleva punirmi nel punto in cui era sicuro di farmi più male. Ma lo abbiamo superato. Anzi, quando gliel’ho chiesto di nuovo, mi ha detto: “Mamma, tu non sei fallita per niente, tu mi hai salvato”».
I maltrattamenti e l’estorsione
Nicola ha ricevuto una denuncia per maltrattamenti in famiglia, estorsione e tentata estorsione: «È stato duro, ma ha fatto anche da spartiacque. Ora è tutto alle spalle, Nicola ha una compagna che gli vuole bene, educata, carina, semplice, che non fa parte del mondo dello spettacolo. È cresciuto molto accanto a lei». Poi torna a parlare dei nemici del concorso: «Penso che la bellezza sia stata demonizzata da un certo tipo di femminismo, ed è stato complicato studiare la formula giusta. Noi ci siamo quasi dovuti giustificare per aver continuato a credere in un concorso dedicato alla bellezza. Eppure non è mai stata fine a se stessa, ma all’avvio di carriere meravigliose per molte di loro».
Le tre donne contro Miss Italia
Sul bando dalla Rai spiega che la decisione, nel 2013, fu presa da Giancarlo Leone, ai tempi direttore di Rete». Lo stesso che non confermò Mara Venier a «Domenica in» perché considerata vecchia. «Non mi faccia aggiungere nulla. Poi, ovviamente, Anna Maria Tarantola e Laura Boldrini con le loro dichiarazioni pubbliche contro il concorso contribuirono ad allontanarci dalla Rai». Infine, sulla partecipazione delle transgender: «Il regolamento dice donne dalla nascita. E comunque, se non accetto candidate rifatte, il criterio si deve applicare anche su chi è intervenuto per cambiare la sua estetica».