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Ucraina, l’Onu approva la risoluzione Usa che non menziona l’aggressione russa. Trump: «La guerra potrebbe finire entro poche settimane»

24 Febbraio 2025 - 19:23 Filippo di Chio
ucraina usa russia no emendamento integrità territoriale donald trump vladimir putin volodymyr zelensky minerali
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Il testo non fa riferimento alla sovranità e alla integrità territoriale di Kiev, come era invece stato sancito in Assemblea dove la risoluzione americana era stata approvata con questi emendamenti proposti dall'Ue

La Casa Bianca e il Cremlino parlano sempre di più la stessa lingua, soprattutto quando si tratta del conflitto che da tre anni giusti giusti la Russia ha portato nelle case e nelle strade ucraine. Oggi, lunedì 24 febbraio, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato con dieci voti a favore, zero contrari e cinque astensioni la risoluzione Usa sull’Ucraina, dopo che tutti gli emendamenti (sia quelli di Mosca sia quelli degli europei) erano stati bocciati per ragioni procedurali o per il veto della Russia. La risoluzione americana chiede una rapida fine della guerra in Ucraina, senza biasimare però Mosca per l’invasione del 2022 e senza far riferimento alla sovranità e all’integrità territoriale di Kiev, come era invece stato sancito in Assemblea, dove la risoluzione Usa era stata approvata con questi emendamenti proposti dall’Ue. Tra gli astenuti, Parigi e Londra: due membri permanenti che avrebbero potuto usare il loro potere di veto. La rappresentante Usa Dorothy Shea ha espresso apprezzamento per i membri del Consiglio che ne hanno sostenuto l’adozione. «Questa risoluzione ci mette sulla strada della pace», ha detto Shea evocando il titolo dato da Washington al documento: «Un primo passo, ma un passo cruciale di cui dovremmo essere tutti orgogliosi. Ora dobbiamo usarlo per costruire un futuro pacifico per l’Ucraina, la Russia e la comunità internazionale».

La risoluzione dell’Assemblea Onu

L’esito del voto in Consiglio è andato diversamente rispetto a quanto accaduto in Assemblea Generale. Che aveva approvato la risoluzione “Path to Peace” presentata dalla delegazione statunitense, non senza però una serie di emendamenti proposti dall’Unione europea. Su tutti quello che ribadiva la necessità di proteggere «sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale dell’Ucraina» e che affermava che il conflitto è il «risultato di una invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Federazione Russa». Emendamento contro il quale si è schierata la stessa Washington, in linea con le minacce – non troppo velate – di opporre il veto a una simile riformulazione. E intanto il filo diretto tra Stati Uniti e Mosca continua a funzionare, sopra le teste di Bruxelles e di Kiev stessa. Anche se lo stesso Donald Trump ventila la possibilità di vedere sia il presidente russo Vladimir Putin che quello ucraino Volodymyr Zelensky entro la prossima settimana.

L’Ue e la questione territoriale

Per il primo emendamento 78 sì e 16 no, per il secondo 60 sì e 18 no. Sono state promosse a pieni voti, compreso quello dell’Italia, le due proposte di modifica della risoluzione delle Nazioni Unite in corrispondenza del terzo anniversario dell’invasione russa in Ucraina. Due le costanti: l’insistenza dell’Unione europea sulla questione territoriale e il «no» secco (trasformato in un’astensione) di Washington. In primo luogo, nel testo della risoluzione la frase «pace duratura tra Ucraina e Federazione russa» sarà sostituita con le parole «pace giusta, duratura e complessiva tra Ucraina e Federazione Russa in linea con la Carta dell’Onu e i principi di sovranità, eguaglianza e integrità territoriale degli Stati». In secondo luogo, l’Onu ha approvato l’aggiunta del paragrafo seguente: «Riaffermando il suo impegno alla sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti, ivi comprese le acque territoriali». Proprio queste due specifiche erano state oggetto degli attacchi del presidente americano Donald Trump, anche tramite i suoi portavoce nel Palazzo di vetro.

Lo smacco a Trump e l’emendamento russo fallito

Il desiderio di Trump, come più volte ha ribadito nel pomeriggio un alto funzionario americano, era vedere la risoluzione di matrice americana approvata senza emendamenti. Un desiderio fallito nonostante le minacce di «porre il veto» per bloccare il nuovo testo. Agli avvertimenti era seguita anche la ormai classica formula per sminuire il peso dell’Assemblea: per il tycoon, infatti, il voto di oggi contava meno di zero. Ad avere davvero valore sarebbe solo quello del Consiglio di Sicurezza, andato a buon fine per gli Stati Uniti, che ovviamente comprende la Casa Bianca e il Cremlino.

Il nuovo vertice Usa-Russia a Riad

Come ormai prassi nelle ultime settimane, Donald Trump e Vladimir Putin continuano a parlare. Che sia direttamente o per interposta persona, le relazioni tra i due giganti geopolitici sembrano più vive che mai. Dopo l’incontro di settimana scorsa, martedì 25 febbraio le delegazioni russe e americane si incontreranno in un secondo round di trattative a Riad. Al tavolo, di nuovo, non è stato invitato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo fonti anonime citate dalla Afp, quello di martedì sarà un «incontro di livello inferiore» rispetto a quello che aveva visto protagonisti il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio.

Trump: «Zelensky approvi accordo su minerali. Putin? Trattiamo transazioni economiche»

Rimane comunque «un segnale di progresso», nonostante da Washington Trump continui imperterrito a sottolineare il rapporto roseo con Putin e non allenti la pressione su Kiev. «Stiamo discutendo seriamente con il presidente russo Vladimir Putin riguardo alla fine della guerra e i colloqui stanno procedendo molto bene!», ha scritto su suo social Truth. Per poi aggiungere che, oltre alle «importanti transazioni economiche tra Usa e Russia», snodo cruciale per un eventuale accordo è l’approvazione da parte di Zelensky dell’«accordo sui minerali». Quello che, in poche parole, fa entrare Washington a piene mani nell’economia ucraina. E che, secondo Trump, il presidente ucraino sarebbe disposto a firmare entro settimana prossima. Forse proprio a questo si è riferito il tycoon quando, dalla Casa Bianca dopo l’incontro con il presidente francese Emmanuel Macron, ha parlato della prospettiva di terminare la guerra «entro qualche settimana». E al netto delle buone parole spese per la premier italiana Giorgia Meloni («È una grande leader, una donna fantastica e un alleato molto importante»), ha assicurato che Putin accetterà la presenza di truppe di pace europee nel territorio ucraino. A riprova dei buoni rapporti che ormai legano Mosca e Washington.

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