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Pioltello, assolti sette manager e Rfi per il disastro ferroviario. Condannato un solo manager: «Sottovalutò un rischio noto»

25 Febbraio 2025 - 16:34 Ugo Milano
disastro ferroviario pioltello sentenza sette assolti un solo condannato
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Il deragliamento del regionale nel 2018 causò 3 morti e decine di feriti. Il tribunale di Milano ha condannato solo il responsabile di unità Marco Albanesi

Un solo condannato e otto assolti «perché il fatto non sussiste»: sette anni dopo si chiude così – almeno in primo grado – il processo sul disastro ferroviario di Pioltello, in provincia di Milano, dove il 25 gennaio 2018 persero la vita 3 donne e oltre 200 persone rimasero ferite o subirono gravi traumi psicologici. La sentenza dei giudici del tribunale di Milano, dopo quattro ore in Camera di consiglio, ha individuato come unico responsabile del deragliamento Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rfi (Rete ferroviaria italiana). Sarebbe stato lui, infatti, il capo dell’unità di manutenzione che si occupava della tratta ferroviaria su cui il regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi si spezzò in tre parti. Per lui 5 anni e 3 mesi di detenzione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Gli altri sette dirigenti, a cui si aggiunge l’azienda Rfi stessa come ottavo imputato assolto, non sarebbero invece stati a conoscenza delle pessime condizioni del giunto del binario, che si ruppe causando il disastro.

Il disastro ferroviario e le indagini

Era il 25 gennaio del 2018 quando all’altezza di Pioltello, nella periferia est di Milano, uno spezzone di rotaia lungo circa 23 centimetri si rompe durante il passaggio del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi. Il convoglio si divide in tre parti. La carrozza numero 3 si stacca, sbatte sui pali della ferrovia e si ribalta. Tre le vittime: Idda Maddalena Milanesi, Pierangela Tadini e Alessandra Giuseppina Pirri. Circa duecento i feriti, tra lesioni fisiche e danni psicologici. Oltre sei milioni di euro di danni. Le prime indagini della Polizia ferroviaria avevano individuato immediatamente il giunto ammalorato. Secondo la procura di Milano, erano state varie le segnalazioni ma l’azienda Rfi – e in particolare otto dirigenti – avrebbero «omesso» di provvedere alla manutenzione e alla sicurezza del tratto «per risparmiare» denaro. Sul binario era semplicemente stata posizionata una zeppa di legno che potesse fungere da tampone per un problema strutturale evidentemente noto agli operatori.

La condanna di Marco Albanesi: «Ha sottovalutato il rischio, a lui noto»

Dopo quattro anni di processo, il tribunale di Milano ha comminato una sola condanna. Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rfi, è stato giudicato responsabile dei reati di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose. Secondo i giudici, infatti, avrebbe colposamente «sottovalutato il rischio, a lui noto, di rottura del giunto isolante incollato ammalorato». Per lui i giudici hanno disposto 5 anni e 3 mesi di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. L’uomo dovrà anche versare, insieme a Rfi, una provvisionale di 1 milione e 135mila euro a una quarantina di passeggeri, parte civile nel processo. Ciascuno di loro riceverà 25mila euro, 50mila sono il risarcimento danni per Cgil Lombardia e Federazione italiana lavoratori trasporti. Tra 90 giorni saranno pubblicate le motivazioni del verdetto e il legale di Albanesi, Giuseppe Alamia, si è limitato ad attendere: «Avremmo ancora da argomentare, ma ci rimettiamo alle motivazioni. Il mio assistito era evidentemente amareggiato»

I sette assolti, lacrime e abbracci in aula

Assolti invece sette dirigenti di Rete ferroviaria italiana, tra cui l’ex amministratore delegato Maurizio Gentile. Per loro i pm avevano chiesto condanne che andavano da 8 anni e 4 mesi a 7 anni e 10 mesi per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo. Accuse cadute «per non aver commesso il fatto», mentre le ipotesi sulle lesioni sono state annullate da difetti di querela. Durante la lettura della sentenza in aula sono scoppiati in lacrime Umberto Lebruto, ex direttore di Produzione di Rfi, e Vincenzo Macello, ex direttore territoriale della Lombardia. Entrambi, dopo aver abbracciato i legali, sono andati via senza rilasciare dichiarazioni. Anche l’azienda Rfi è stata assolta. Per loro la procura aveva chiesto una sanzione pecuniaria di 900mila euro in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. La difesa aveva invece sottolineato il «potere di intervento» che ciascun operatore manutentore ha in caso di danno o anomalia.

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