Giuseppe Conte sulla sfiducia di Santanché: «Accusò un imprenditore perché aveva chiesto il reddito di cittadinanza, si vergogni lei»


È durissimo, l’intervento di Giuseppe Conte, nell’aula di Montecitorio, nel giorno in cui si vota la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanché, a giudizio per bancarotta e sotto indagine per una presunta truffa dei fondi Covid con le sue aziende. Il leader del Movimento cinque stelle lancia un’accusa diretta alla maggioranza: «State difendendo l’indifendibile, la ministra Santanchè». Non risparmia critiche alla premier Meloni che «avrebbe dovuto convocarla e, di fronte a queste gravi accuse, chiederle di dimettersi, perché il suo comportamento sta mettendo a repentaglio l’immagine del Paese nel mondo». Conte avanza una ipotesi pesante: «O la ministra ricatta la premier, il che spiegherebbe perché ogni giorno Meloni sente il bisogno di precisare che ‘non è ricattabile’». E prosegue, affermando che «la verità è che questo governo sa di truffa, di contraffazione, proprio come le borse della ministra». «Lei dice che noi odiamo la ricchezza, ma non dica sciocchezze. Noi odiamo la disonestà. Non cambi l’ordine morale delle cose e si alzi da questa poltrona» dice, per poi concludere raccontando un episodio visto in televisione che lo ha particolarmente «disturbato». Un imprenditore, durante un’intervista, aveva dichiarato di non essere riuscito a sopravvivere alla crisi della pandemia e di aver fatto richiesta per il reddito di cittadinanza. «La ministra – ha raccontato Conte – si è collegata e gli ha detto di vergognarsi davanti ai propri figli, con una cattiveria inaudita». Poi, rivolgendosi direttamente alla ministra in Aula, il pentastellato ha aggiunto: «Oggi do voce a quell’imprenditore, e le dico ciò che lui le direbbe: ‘Ministra, ma si vergogni lei’».