Il prete, i migranti, lo spyware: perché Don Mattia Ferrari è stato spiato da Paragon
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Don Mattia Ferrari, cappellano dell’ong Mediterranean Saving Humans, è uno degli spiati da Paragon insieme a Luca Casarini, Beppe Caccia e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Nella lista c’è anche il rifugiato sudanese e presidente di Refugees in Libya, David Yambio. «Non sono preoccupato per me ma per i migranti che subiscono violenze e torture. È una vicenda che va chiarita al più presto», dice oggi a La Stampa. Nel colloquio con Eleonora Camilli dice di aver saputo dello spionaggio «da Meta, grazie anche ai ricercatori del Citizen Lab dell’Università di Toronto. Non mi ero accorto della notifica, che pure era arrivata sul mio telefono l’8 febbraio dello scorso anno, lo stesso giorno di Casarini. In questi giorni, quando mi hanno avvisato ho cercato a ritroso ed effettivamente l’avviso c’era».
Il prete, i migranti, lo spyware
Don Mattia Ferrari dice che non si sente stupito, «visto che a essere spiate erano persone del gruppo con cui collaboro stabilmente. Certo, questa situazione va indagata, bisogna far luce. Mi chiedo soprattutto perché e che senso abbia tutto ciò». Spiega che «la solidarietà, specialmente verso i poveri e i migranti, è considerata sovversiva. Siamo sempre più una società del “me ne frego” degli altri dove chi, invece, si prende a cuore gli ultimi, e particolarmente i poveri, diventa scomodo. Ecco, quello che spero è una riconciliazione dove si rimetta al centro la solidarietà, la collaborazione e la fraternità. Veniamo anche da giorni in cui si è parlato molto del caso Almasri. Le due vicende teoricamente sono scollegate, ma restano comunque due ferite da riparare».
Papa Francesco
Durante le interviste di solito Papa Francesco lo elogia: «La mia e nostra relazione non è solo con lui, ma con tutta la comunità cristiana. Ed è tutta la Chiesa che incoraggia a stare vicino agli ultimi, dunque anche ai migranti. In questi giorni, in cui siamo uniti nella preghiera speciale per Papa Francesco per la sua guarigione, sta avvenendo un fenomeno impressionante». E sulla degenza del Pontefice: «Arrivano messaggi da ogni parte del pianeta, non solo di cristiani ma anche di persone di altre religioni… tutto il mondo si sta unendo intorno al nostro pontefice. Anche nella malattia si sta realizzando dunque il sogno del suo pontificato, che è il sogno di Gesù: tutto il mondo, con i poveri davanti a tutti, unito in un unico grande amore, un’unica grande fraternità. Questo è un grande messaggio: prendiamoci per mano e camminiamo insieme. Papa Francesco ci sta mostrando anche così che possiamo essere veramente fratelli e sorelle, tutti».