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Ucraina, Zelensky pronto a firmare per le terre rare: «Il 50% delle future risorse andrà a Washington». Cosa prevede il nuovo accordo

25 Febbraio 2025 - 20:34 Filippo di Chio
ucraina volodymyr zelensky terre rarre risorse washington cosa prevede accordo
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Secondo il Financial Times, Kiev potrebbe dire sì a Trump già questo venerdì. L'accordo comprenderebbe anche petrolio e gas. Mancano però dettagli cruciali, dalle garanzie di sicurezza alla gestione del fondo comune

I minerali ucraini in cambio – o meglio nella speranza – di un miglioramento dei rapporti con gli Stati Uniti e di un maggiore impegno americano a garantire la sicurezza a lungo termine di Kiev. Secondo un’indiscrezione del Financial Times, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarebbe pronto a ratificare l’accordo tanto voluto da Donald Trump. Un piano che, come anticipato da giorni, metterebbe sostanzialmente a disposizione di Washington le risorse minerarie e le terre rare presenti sul territorio ucraino. Una sorta di fondo investimenti congiunto, un 50-50 solo sulla carta che poi – alla prova dei fatti – rischia di diventare completamente favorevole al Paese a stelle e strisce.

Il passo indietro della Casa Bianca

Petrolio, gas e 17 elementi della tavola periodica con proprietà elettrochimiche e magnetiche dal valore stimato di 12mila miliardi di dollari. Un patto che Kiev avrebbe deciso di accettare solo dopo che la Casa Bianca ha rassicurato di non pretendere di avere il diritto ai 500 miliardi di dollari di entrate potenziali derivanti dallo sfruttamento delle risorse. Alcuni funzionari ucraini, rivela il quotidiano americano, ritengono di aver «negoziato condizioni molto più favorevoli». Con gli occhi ben puntati all’ampliamento delle relazioni con gli Stati Uniti, cosa che – almeno nei progetti di Zelensky – migliorerebbe e non di poco la posizione dell’Ucraina nell’ottica di un accordo di pace con Mosca. Ma rimane pur sempre «una parte dell’intero quadro», come ha commentato Olha Stefanishyna, vice primo ministro nonché responsabile dei negoziati per conto di Kiev.

Il nuovo patto: «Ricchezze future in mano a Washington»

La prima bozza di accordo, recapitata dalla Casa Bianca direttamente sul tavolo di Zelensky, proponeva vantaggi economici e commerciali per Washington fino a 500 miliardi di dollari. Ua cifra che, per il presidente americano Trump, era il giusto pagamento per gli sforzi e gli aiuti inviati negli ultimi tre anni a Kiev. Il no ucraino aveva scatenato dure reazioni, fino a spingere il tycoon a definire «un dittatore» il suo omologo ucraino. Ora, secondo un documento visionato dal Financial Times, l’accordo prevederebbe la creazione di un fondo comune Kiev-Washington a cui l’Ucraina contribuirebbe con la metà dei proventi che derivano dalla «futura monetizzazione» delle risorse di proprietà statale. Sarebbero escluse, dunque, dall’accordo tutte quelle risorse che attualmente contribuiscono già a rimpolpare le casse del governo di Kiev, in particolar modo i grandi produttori di gas e petrolio. E soprattutto Zelensky ha strappato a Trump una specifica: tutti gli investimenti del fondo comune devono finanziare progetti in Ucraina e sostenere il suo sviluppo economico.

I dubbi sull’accordo: assenti garanzie di sicurezza e dettagli sulla partecipazione Usa

Ora, da Kiev, tutto sembra davvero pronto. Funzionari ucraini rimasti anonimi hanno confermato il sì ufficiale dei ministri ucraini della Giustizia, dell’Economia e degli Esteri. E Volodymyr Zelensky potrebbe volare già nei prossimi giorni a Washington per firmare di persona l’accordo. C’è chi, come riporta la Afp, ventila l’ipotesi di «una visita alla Casa Bianca questo venerdì». Non sono stati però limati tutti i dettagli. In primo luogo, non è ancora chiaro sotto quale giurisdizione ricadrà il patto: gli Stati Uniti continuano a spingere perché ricada sotto la legge di New York. In secondo luogo, nel documento non comparirebbe nessun riferimento alle garanzie di sicurezza che Washington dovrebbe fornire a Kiev. Così come non sarebbe specificata né l’entità di partecipazione americana al fondo né come funzioneranno gli accordi di «proprietà congiunta», che – così recita la bozza di accordo – saranno definiti in un secondo momento. Forse sintomo della fretta di Zelensky di sedersi al tavolo con la Casa Bianca e tentare di risolvere la questione prima che l’ingerenza del presidente russo Vladimir Putin diventi insopportabile. Ma all’ufficialità manca ancora tanto. Perché prima della firma, il presidente ucraino dovrà convincere il parlamento di Kiev a ratificare un accordo che mette le ricchezze del Paese (o almeno la metà) nelle mani degli Stati Uniti.

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