Alvaro Vitali, Pierino e la depressione: «Dieci anni fermo, mi ha salvato mia moglie Stefania Corona»


Alvaro Vitali, Leone d’Oro alla Carriera dopo 50 anni di cinema, è caduto in depressione. Perché non gli affidavano più ruoli, racconta oggi in un’intervista a Hoara Borselli per il Giornale. Nella quale racconta l’esordio nel cinema: «Un giorno stavo nel negozio dell’elettricista dove lavoravo, arrivò un mio amico che aveva un impiego nel cinema e mi disse: “Alvà, Federico Fellini sta cercando un ragazzetto minutino, piccoletto, un po’ come te, per una parte in un film. Ci vieni a fare il provino?”». Il provino era a Cinecittà, studio 5: «Era pieno di gente, tutti a provà, gente strana, alti, bassi, circensi, mister, c’era di tutto».
Il provino con Fellini
A quel punto, rievoca, «mi ero messo in un angoletto con un ragazzetto di Napoli, piccoletto anche lui. Alle sette di sera esce il capogruppo e chiede: “Siete entrati tutti?” Io dissi: “Noi due no”. “Okay, dai, entrate”. C’era tanta luce, una grande scala, e poi vidi questo signore, ma io vedevo solo un cappello e una sciarpetta. E chiese: “Chi sa fare il verso del merlo?”. Io, capirai, ero specialista: mi misi a fare il verso e non la finivo più. E allora sciarpetta si mise a ridere e disse: “Prendete lui che l’altro ancora aspetta il merlo…”». A quel punto con Fellini ha fatto quattro film: «L’ultimo Amarcord. Eravamo diventati amici. Lo chiamavo Federico. Si divertiva con me. Raccontavo barzellette, lo facevo ridere. Quando andava a cena spesso mi mandava la macchina a prendere…».
Il cinema Anni Ottanta
Poi il passaggio al cinema anni Ottanta: «Un altro colpo di fortuna. Era, credo, il 1974, avevo 24 anni ed ebbi una particina nel film La poliziotta, di Steno. C’era una scena nella quale dovevo sparare e io inizio a sparare a caso colpendo tutto meno che l’obiettivo. Un giorno al cinema c’era Luciano Martino, produttore. E quando arrivò la mia scena il cinema scoppiò dalle risate. E così Martino mi segnalò alla Medusa. E iniziò la mia seconda carriera». Infine, il personaggio di Pierino: «La Medusa doveva fare l’ultimo film dell’anno e non c’era un’idea. Allora fu il regista Marino Girolami a suggerirla. Disse: “Tutti usano il personaggio di Pierino ma nessuno lo ha mai rappresentato. Facciamo un film su Pierino. E usiamo l’attore più adatto: Alvaro Vitali”. Nasce così».
Pierino contro tutti
Quando è uscito il primo film – Pierino contro tutti – «non ci credeva nessuno. Alla fine stavamo quasi per lasciarlo a metà. Poi la Medusa decise di finirlo. Tanto così, per non buttare la pellicola. Un giorno stavo in sala di doppiaggio per un altro film, a un certo punto entrano Martino, il regista, tutti i dirigenti della Medusa, si accendono tutte le luci e parte un applauso fragoroso. Chiedo: “Che è successo?” Dicono: “Pierino è uscito in sala a Ravenna e c’è la fila fuori, la gente non riesce ad entrare…”».
Dieci anni fermo
Quindi la crisi e i dieci anni fermo: «Durissimi. Ho fatto un po’ di teatro. Ma io amo il cinema, non il teatro. Sa come mi diceva Fellini? “A te nelle vene non ti scorre il sangue, scorre la pellicola”». Ed è arrivata la depressione: «Non volevo vedere nessuno, non volevo sentire nessuno. Stavo chiuso a casa. Non rispondevo al telefono. Sono stati anni veramente bui». Ne è uscito grazie a un colpo di fulmine con la sua attuale moglie: Stefania Corona. Anche se con tutti i film che ha girato non è mai diventato ricco: «Beh, il cinema allora non era pagato come oggi. Però non mi lamento. A nonna dicevo: “A no’, tranquilla che mo’ si mangia l’abbacchio tutti i giorni”».