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Andrea Stroppa contro FdI: «Fate accordi col Pd? Non chiamateci più». Lo strappo dell’uomo di Musk in Italia sul Ddl Spazio

26 Febbraio 2025 - 20:32 Giovanni Ruggiero
elon musk giorgia meloni andrea stroppa
elon musk giorgia meloni andrea stroppa
Quando ancora il dibattito sul disegno di legge è in corso in commissione alla Camera, il braccio destro del miliardario attacca l'atteggiamento dialogante del partito di Giorgia Meloni in tema di sicurezza digitale

Prima un «valzer» tra tecnologie made in Europe e quelle made in Usa, poi l’idea tutta italiana di sviluppare uno «Starlink nazionale». Infine, terzo step, la proposta degli emendamenti al Ddl Spazio – presto alla Camera – sottoscritti anche da Pd, M5S, Avs e Azione. Un triplice tradimento, almeno secondo Andrea Stroppa, l’uomo di Elon Musk in Italia, di cui Fratelli d’Italia si sarebbe reso colpevole. Un lungo processo che, trattando la tecnologia satellitare dell’imprenditore americano come «un giocattolo della politica», ha finito per ribadire la necessità di salvaguardare la sicurezza nazionale e garantire un «ritorno industriale» all’Italia. Specifiche che il giovane, amante dell’Antica Roma come il miliardario di cui è portavoce, ritiene un vero e proprio attacco al progetto che Starlink aveva in serbo per l’Italia.

Il collaboratore del miliardario ha attaccato il partito di Giorgia Meloni, dopo che il cosiddetto Ddl Spazio è passato anche con i voti del Pd. «Intesa Pd-FdI – ha scritto Stroppa su X – Bene, si vuole far passare Starlink e SpaceX (che, tra l’altro, ha lanciato missioni per l’Italia accelerando le tempistiche per dare una mano) per i cattivi. Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro». Dopo qualche ora si è preso del tempo – sempre sul social X – per spiegare quanto accaduto dal suo punto di vista. Ha descritto un tira e molla tra Europa e Stati Uniti, la presunta volontà di Roma di vietare le tecnologie non provenienti dal Vecchio Continente («sarebbero stati gli unici a fare una cosa del genere»), fino al disegno – anche questo presunto – di sviluppare un sistema satellitare tricolore. Senza però pensare ai problemi: «Sistemi che richiedono anni di duro lavoro, assenza di burocrazia e miliardi di investimenti». A questo punto, però, per usare una locuzione latina tanto cara a Musk & co., «il dado era tratto». Secondo Stroppa, infatti, sarebbe iniziata un’intensa campagna politica con l’obiettivo di screditare il sistema tecnologico americano senza curarsi dei suoi pregi (che il giovane ha prontamente elencato. Poi ha ribadito l’attacco a FdI: «Il PD ha impostato il suo contributo alla legge come una crociata anti-Musk, e FdI gli è andata dietro»

Le critiche al partito di Giorgia Meloni

Il braccio destro di Musk in Italia aveva già rilanciato la notizia, che riporta le dichiarazioni del deputato dem Andrea Casu, secondo cui «grazie alle proposte e agli emendamenti del Pd sottoscritti anche da M5S e AVS, Azione, nell’articolo 25, quello che definisce la riserva di capacità trasmissiva nazionale, viene introdotto il tema della salvaguardia della sicurezza nazionale e del ritorno industriale per il sistema paese». Mentre il dibattito sul Ddl era ancora in corso, a Stroppa non è piaciuto l’atteggiamento dialogante tra maggioranza e opposizione in Commissione attività produttive alla Camera, dove si discuteva del provvedimento che dovrebbe regolare il ricorso dell’Italia a tecnologie come quelle fornite da Starlink e SpaceX. I due emendamenti del Pd introducono alcuni criteri per diversificare le forniture a cui dovrà fare riferimento l’Italia in tema di sicurezza digitale.

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