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Morbillo negli Usa, morto un bambino: non era vaccinato. Oltre 100 minori infettati: «La più grande epidemia degli ultimi 30 anni»

26 Febbraio 2025 - 23:37 Ugo Milano
morbillo usa bimbo morto 100 infettati epidemia
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Al momento, secondo Robert Kennedy Jr., sono due i decessi. Ma la situazione peggiorerà: le aree colpite sono fortemente sotto-vaccinate. E oltre 100 bambini sono stati colpiti

Dieci anni senza nemmeno una vittima. Poi, di punto in bianco, a gennaio il Texas e il New Mexico, nel sud degli Stati Uniti, sono stati colpiti dalla più grande epidemia di morbillo degli ultimi 30 anni. E si iniziano a contare i morti: al momento, secondo quanto ha riferito il segretario alla Salute americano Robert F. Kennedy Jr., sono due le vittime. La prima, l’unica riconosciuta ufficialmente anche dai media americani, è un bambino in età scolare non vaccinato. Distribuiti tra dieci contee, nove in Texas e una in New Mexico, al momento sono 124 i casi accertati di morbillo, di cui 101 sotto i 17 anni e 41 con meno di 4 anni. Diciotto persone hanno avuto bisogno di ricovero in ospedale.

I primi morti e il rischio per i più piccoli

«È scioccante», il commento è condiviso dalla maggior parte degli amministratori locali che si trovano disarmati di fronte a un nuovo killer silenzioso. La prima vittima, un minorenne non vaccinato, è deceduta dopo dieci giorni di ricovero in un ospedale di Lubbock. In quel momento, ha spiegato una pediatra della struttura, il suo team stava curando contemporaneamente «una ventina di bambini». Nessuno si era vaccinato, tutti dimostravano serie o gravi difficoltà respiratorie. E l’epidemia è solo agli inizi: «Durano dai due ai sei mesi. La morte è rara ma ci sono altre conseguenze possibili, soprattutto nei bambini», ha spiegato la dottoressa Catherine Troisi alla Cnn. Tra queste l’encefalite e la sordità. «Sono sicura al 100% che assisteremo a un aumento dei casi… Il Texas è sotto-vaccinato, quindi ci sono persone suscettibili».

La posizione di Kennedy Jr. e la mediazione di Washington

Una stessa epidemia, due facce della medaglia. Da una parte il governatore del Texas, Greg Abbott, che ha promesso di «dispiegare tutte le risorse necessarie per proteggere la popolazione». Dall’altra parte lo stesso segretario alla Salute Kennedy Jr, conclamato e fiero no vax, che negli scorsi giorni ha annunciato un’indagine da parte della Commissione federale per far luce sui dosaggi con cui viene somministrato il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (in inglese abbreviato a MMR). E proprio il vaccino, o meglio la sua diffusa carenza nel sistema immunitario di chi popola quelle zone, è la causa maggiore degli oltre 120 casi. In quelle regioni – soprattutto South Plains e Panhandle nell’ovest del Texas – è numerosissima la comunità dei Mennoniti, chiesa anabattista che per motivi prettamente religiosi sceglie di non affidarsi alla medicina occidentale. Non c’è da sorprendersi, dunque, di fronte a un altro dato: il 14% degli under 15 in quell’area non ha ricevuto nessuna puntura per volere della famiglia. Il governo americano continua però a insistere sui suoi canali ufficiali, tentando di convincere le famiglie a sottoporre i figli alle due dosi consigliate di MMR. L’emergenza è tale che, nei comunicati statali, si prova a trattare con la popolazione più intransigente: «Anche una sola dose riduce il rischio di infezione».

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