Papa Francesco, atteso il risultato dell’ultima Tac ai polmoni. Le «condizioni critiche» e perché i medici ne hanno fatta un’altra
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Ha passato una notte «tranquilla e sta riposando» Papa Francesco, ricoverato all’ospedale Gemelli dal 14 febbraio per una bronchite peggiorata un polmonite bilaterale. Ieri 25 febbraio, il pontefice è stato sottoposto a una Tac, i cui esiti sono attesi in giornata. Si tratta della terza Tac che i medici hanno effettuato su Bergoglio, dopo la prima all’arrivo e la seconda, che aveva rivelato la polmonite.
Le condizioni cliniche
Restra la lieve insufficienza renale, che secondo i medici non desterebbe particolare preoccupazione. Al Papa viene somministrato l’ossigeno con i naselli, ma solo in base alle necessità e quindi non in modo continuativo durante il giorno. Bergoglio riuscirebbe tranquillamente ad alzarsi dal letto e sedersi in poltrona, dove porta avanti nel limite del possibile le attività di lavoro, oltre ovviamente alle terapie. Sin da sabato comunque nei bollettini si parla di «condizioni cliniche che rimangono critiche». Per quanto il Papa non sia ancora «fuori pericolo», come avevano spiegato i medici, la prognosi non è ancora stata sciolta.
«Il Papa può già sapere l’esito della Tac»
L’esito della terza Tac potrebbe essere già stato comunicato al Papa. Lo ipotizza il dottor Roberto Gassi, professore ordinario di Radiologia, università della Campania Luigi Vanvitelli, e membro del Consiglio direttivo della Società italiana di radiologia medica e interventistica (Sirm). All’Adnkronos, il medico radiologo spiega perché i medici hanno svolto una nuova Tac: «La Tac del torace serve per vedere con chiarezza il coinvolgimento del parenchima polmonare, ovvero a capire meglio dove e quanto è diffusa la patologia flogistica del polmone, rispetto a una Rx (radiografia) del torace standard». Grassi aggiunge quindi che «l’esito dell’esame è immediato», quindi «ritengo che i medici abbiano già dato la risposta al Pontefice».