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Il leader curdo Abdullah Öcalan chiede la dissoluzione del Pkk. Lo storico appello dal carcere: «Deponiamo le armi»

27 Febbraio 2025 - 16:58 Alessandra Mancini
ocalan-dissoluzione-pkk
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Il messaggio del leader indipendentista, in carcere dal 1999, è stato letto da alcuni rappresentanti del partito filo-curdo Dem. Bisognerà ora capire cosa ha concesso Erdogan

L’atteso appello del leader del Pkk è arrivato. Abdullah Öcalan, noto anche come Apo (zio, in curdo), ha annunciato la dissoluzione dell’organizzazione politica e paramilitare. «Tutti i gruppi devono abbandonare le armi, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan deve sciogliersi», afferma in un messaggio letto da alcuni rappresentanti del partito filo-curdo Dem (terza forza politica più rappresentata nel parlamento turco), che questa mattina hanno incontrato il capo indipendentista curdo nel carcere sull’isola di Imrali, a sud di Istanbul, dove è imprigionato dal 1999. Condannato all’ergastolo, “Apo” e in regime di isolamento in seguito all’arresto in Kenya dopo aver cercato asilo politico in Russia, Italia e Grecia. «Mi assumo la responsabilità di questo annuncio – continua . Ringrazio coloro che credono nei turchi e curdi che vivono fianco a fianco e coloro che non vedevano l’ora che arrivasse il momento della pace». Nell’appello, Öcalan chiede anche agli attuali vertici del Pkk e a tutte le altre organizzazioni di «convocare un congresso» per definire lo scioglimento del gruppo armato da lui fondato nel 1978. «Non c’è alternativa alla democrazia» per ottenere «rispetto per le identità, libera espressione e auto organizzazione democratica di ogni segmento della società», tra cui i circa 15 milioni di curdi in Turchia, sottolinea ancora nel suo messaggio, intitolato “Un appello per la pace e per una società democratica”.

Le implicazioni e il ruolo di Erdoğan

Quello di oggi è il terzo incontro tra il leader dell’organizzazione e la delegazione Dem, che recentemente si è anche recata nella regione autonoma del Kurdistan iracheno per incontrare le autorità. Lo storico messaggio del leader del Pkk, gruppo considerato terroristico da Ankara e dai suoi alleati occidentali, avrà implicazioni di vasta portata in tutto il Medio Oriente, compresa la Siria nord-orientale dove le forze curde controllano una vasta porzione di territorio e dove i bombardamenti turchi contro il Rojava sono aumentati. Erano mesi che la Turchia di Recep Tayyip Erdoğan stava trattando con i curdi per mettere fine al conflitto durato 40 anni dove sono morte circa 40mila persone. I precedenti sforzi di pace, gli ultimi tra il 2013 e il 2015, si erano conclusi con un fallimento. Mentre nell’ultimo periodo, Ankara ha ampliato la repressione nei confronti dell’opposizione: circa 12 sindaci curdi eletti sono stati, infatti, estromessi dall’incarico e sostituiti con politici nominati dallo Stato. Non è ancora chiaro cos’ha concesso il presidente turco in cambio della dissoluzione del gruppo e la fine della lotta armata. Nel messaggio di oggi, Öcalan cita però l’invito per un nuovo processo di pace lanciato dal partito del leader della destra nazionalista Mhp, Devlet Bahceli, che in ottobre aveva chiesto al leader curdo di sciogliere il Pkk in cambio di concessioni sul suo regime di isolamento carcerario e di un impegno per garantire diritti alla popolazione curda di Turchia. «L’appello fatto dal signor Devlet Bahceli, insieme alla volontà espressa dal signor presidente (Erdoğan, ndr) e alle risposte positive degli altri partiti politici verso il noto appello, hanno creato un’atmosfera in cui chiedo di deporre le armi».

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