Ultime notizie Daniela SantanchèGoverno MeloniPapa FrancescoUcraina
CULTURA & SPETTACOLOAvsCinemaElly SchleinPDRaiVideo

Alessandro Gassmann boccia Elly Schlein: «Non ha grandi capacità comunicative». Il voto? «Cambiato spesso, ora sono vicino ai Verdi» – Il video

27 Febbraio 2025 - 18:08 Ugo Milano
Ospite alla trasmissione "Un giorno da pecora" su Rai Radio1, l'attore ha detto di non poter entrare in politica: «Non ho le qualità». E non ha risparmiato critiche a Trump

«In questo momento le battute sono inutili e controproducenti», così Alessandro Gassman ha commentato duramente la leader dem Elly Schlein e l’epiteto “presidente del consiglio” affibbiato alla premier Giorgia Meloni. Non perché sia contrario alle sue idee politiche, questo lo ha messo bene in chiaro l’attore durante la trasmissione Un giorno da Pecora su Rai Radio1. Anzi ha ammesso di essere «un moderato di sinistra» come Schlein e di condividere spesso le sue idee. Il problema è invece un altro: «Elly Schlein ha il carisma per fare la leader? Io sarei un moderato di sinistra e lei sembrerebbe moderata, ma non ha grandi capacità comunicative, purtroppo».

La vicinanza a Avs e il voto «cambiato spesso»

Intervistato con i conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, Gassmann non ha nascosto la sua appartenenza politica. Anzi le sue appartenenze: «Non ho mai dichiarato il mio voto, anche perché l’ho cambiato molto spesso», ha ammesso. Anche se poi si è detto molto vicino alle idee di Alleanza Verdi-Sinistra: «Non ho un partito ma ho fondato un piccolo movimento, Green Heroes. Quindi diciamo che la mia parte è di colore verde, sono quasi sempre d’accordo con loro».

Gassmann in politica? «Non ho le qualità, al massimo assessore a Roma»

Di entrare in politica, però, Gassmann non vuole neanche sentirne parlare. «Noi artisti abbiamo la sensazione di non fare un mestiere essenziale per la sopravvivenza delle persone», ha spiegato. «E questo un po’ mi manca. La politica, se fosse fatta bene, sarebbe l’arma più potente ma non ho le qualità». Non significa però una rinuncia in toto all’impegno: «Forse potrei lavorare sul territorio, una cosa che mi piacerebbe molto». Magari come assessore alla Cultura di Roma, «una cosa che riuscirei a capire visto che faccio l’attore da 42 anni». Più in alto però non si sale: ministro della Cultura? «No, non sono un diplomatico». Ma se per caso o sfortuna finisse per farlo, per prima cosa «copierei la legge sul cinema dei francesi, è straordinaria». Per chiudere, una battuta riguardo al video sul futuro di Gaza generato dall’IA e pubblicato dal presidente americano Donald Trump: «Agghiacciante. Con 65mila morti io non me la sento di fare commenti, posso dire solo che sono agghiacciato».

Articoli di CULTURA & SPETTACOLO più letti
leggi anche