L’ira di Andrea Stroppa contro il Corriere della Sera: «Volete intimidirmi e screditarmi, ma non finisce qui»
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Prima gli attacchi a Fratelli d’Italia sul Ddl Spazio e contro Matteo Piantedosi, ora al Corriere della Sera. L’uomo di Elon Musk in Italia, Andrea Stroppa, ne ha per tutti. Oggi, venerdì 28 febbraio, ha pubblicato sui social un messaggio inviato a un (non precisato) giornalista del quotidiano di via Solferino. «Sono mesi che il vostro giornale mi attacca – si legge -. Avete scritto che sono stato sorpreso con “i soldi in tasca” (e avete dovuto rettificare, ma non basterà), che ho ricevuto “documenti riservati” (e il Ministero vi ha smentito)», scrive Stroppa, riferendosi all’inchiesta per corruzione della Procura di Roma in cui è stato coinvolto e che ha portato all’arresto del direttore generale della controllata Sogei, Paolino Iorio, durante un scambio di una mazzetta da 15mila euro. «Finite le bugie, per mesi avete chiesto interviste che ho rifiutato – prosegue Stroppa, classe 1994 -, quindi siete passati alle minacce velate: “meglio che Stroppa tenga la testa bassa”».
«Ve la prendete contro la zona in cui sono nato: “Tor Pignattara, la suburra”»
E, ora, sottolinea il referente di Musk, «siete tornati con altre falsità: “va in giro a chiedere il numero di Mattarella”. Ma non contenti di prendervela con me, vi accanite anche contro la zona in cui sono nato: “Tor Pignattara, la suburra”. Eh, lo so, le periferie sono brutte e cattive, ci vivono le famiglie operaie… gentaccia, gentaccia!», afferma ancora Stroppa, che pare prendersela in particolare per l’articolo pubblicato ieri, giovedì 27 febbraio. «Mi dispiace solo per i vostri colleghi – conclude -, che mi contattano privatamente e sono inorriditi nel vedere come alcuni “giornalisti” usino i giornali per tentare di intimidire e screditare le persone. A me, invece, fate tenerezza – conclude Stroppa -: siete cattivi maestri, troppo pavidi per lottare in prima persona, e per questo armate gli altri. Insomma, i Re leoni da tastiera».