Chiara Petrolini, l’accusa sul piano per uccidere i due figli neonati sepolti in giardino: «Così voleva provocare la loro morte»
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Secondo la Procura di Parma, Chiara Petrolini avrebbe pianificato l’uccisione di entrambi i suoi figli neonati: il primo, nato il 12 maggio 2023 e i cui resti sono stati riesumati lo scorso settembre, e il secondo, partorito il 7 agosto 2024 e ritrovato due giorni dopo. L’aggravante della premeditazione è stata infatti contestata in entrambi i casi nell’avviso di conclusione delle indagini, in cui la 21enne, attualmente agli arresti domiciliari, è accusata di due omicidi volontari e occultamento di cadavere. L’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Parma.
Per il secondogenito, la premeditazione emergerebbe da una serie di comportamenti tenuti durante la gravidanza, che dimostrerebbero una volontà lucida e costante di causare la morte del bambino. La giovane avrebbe nascosto la gravidanza a tutti, inclusi i genitori e il fidanzato, adottando uno stile di vita non compatibile con la gestazione: avrebbe continuato a fumare, bere alcol e fare uso di marijuana, persino durante il travaglio, esercitando anche pressioni sul ventre. Inoltre, non si sarebbe sottoposta a visite mediche, ma avrebbe cercato online informazioni su come occultare la gravidanza, accelerare il parto, indurre un aborto e sulla decomposizione dei corpi. Il neonato sarebbe stato poi ucciso tagliando il cordone ombelicale senza chiamare i soccorsi, lasciandolo morire dissanguato.
Analoghi comportamenti e omissioni sarebbero stati messi in atto anche durante la prima gravidanza, anch’essa tenuta segreta e priva di controlli medici, a dimostrazione della premeditazione dell’omicidio del primo figlio. Anche in quel caso, la giovane avrebbe potuto gestire responsabilmente la gravidanza e il parto, ma secondo gli inquirenti avrebbe deliberatamente evitato di recarsi in ospedale sia durante il travaglio che dopo la nascita. Come nel secondo episodio, avrebbe tagliato il cordone ombelicale senza intervenire per salvare il neonato.