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Che succede ora a Gaza? La tregua in bilico e lo scontro Israele-Hamas sugli ostaggi: «Liberi tutti solo con la fine della guerra»

28 Febbraio 2025 - 15:19 Redazione
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Tel Aviv punta una proroga di sei settimane della prima fase, la milizia islamista tiene il punto: «Si passi subito alla seconda fase». Cosa c'è in ballo

Sono in corso al Cairo i negoziati tra Israele e Hamas sulla prossima fase del cessate il fuoco a Gaza. Ma le parti sembrano essere molto distanti sulla prosecuzione della tregua dopo la conclusione della cosiddetta prima fase, che ha visto il rilascio da parte di Hamas di 33 ostaggi israeliani, tra vivi e morti, in cambio della liberazione dalla carceri israeliane di migliaia di detenuti palestinesi, del progressivo ritiro di Idf dalla Striscia e dell’ingresso di aiuti umanitari ingenti. Fonti egiziane hanno riferito a Reuters che Israele punterebbe a ottenere una proroga di sei settimane (42 giorni) della prima fase. Si continuerebbe insomma con la liberazione di pochi ostaggi alla settimana, come nell’ultimo mese e mezzo, senza l’«upgrade» verso il ritiro completo di Idf dalla Striscia. Hamas pare però attestarsi su una posizione diversa, per non dire opposta: preme per passare immediatamente alla prevista seconda fase dell’intesa. Questa prevede il rilascio dei restanti ostaggi israeliani (59 rapiti tra soldati e civili, 24 dei quali si ritiene siano ancora vivi) in cambio, oltre che della liberazione di altre centinaia di detenuti, del ritiro delle forze israeliane dal corridoio Philadelphia, quello di confine proprio con l’Egitto. Da qui Israele non intende invece evacuare, secondo quanto annunciato il 27 febbraio dall’Idf. 

Hamas: «Rilasceremo tutti gli ostaggi quando ci sarà una chiara posizione sulla fine della guerra»

Per questo, Hamas chiede alla comunità internazionale «pressioni su Israele affinché rispetti integralmente quanto previsto dall’accordo e a entrare immediatamente nella seconda fase, senza ritardi o elusioni», afferma l’organizzazione terroristica. Fonti di Hamas rivendicano ad Haaretz che gli ostaggi israeliani rappresentano «un’importante carta vincente» e non saranno rilasciati tutti, vivi e morti, finché non ci sarà una chiara posizione israeliana sulla fine della guerra. Secondo quanto riportato dai mediatori, però, altre forme di compromesso potrebbero produrre progressi, come lo scambio di rapiti malati e morti con detenuti palestinesi, o il miglioramento delle condizioni dei detenuti e l’aumento del flusso di aiuti verso la Striscia, compresi macchinari pesanti e rimorchi. 

Media: «Israele si sta preparando a tornare in guerra a Gaza»

Nel frattempo, un diplomatico occidentale dice al Times of Israel che Israele «si sta preparando a tornare in guerra contro Hamas, convinto che l’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi non durerà più di alcune settimane». Secondo il report è previsto che le tattiche dell’Idf cambieranno rispetto all’ultimo anno di combattimenti: funzionari e militari israeliani preparerebbero una campagna militare «più intensa». La fonte ha spiegato che, secondo il suo punto di vista, la pianificazione e l’attuazione di un’alternativa ad Hamas devono avvenire simultaneamente alla lotta delle truppe israeliane contro il gruppo, «altrimenti, avremo un’occupazione israeliana a tempo indeterminato e un’insurrezione di Hamas», ha affermato il diplomatico. 

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