Ultime notizie Donald TrumpPapa FrancescoUcraina
SPORTChampions LeagueCoppa ItaliaJuventus FCMassimo GilettiRaiSerie ATvUltras

Massimo Giletti furioso per la débacle della Juve: «Tifosi traditi, che vergogna». Il sogno proibito per la panchina dopo Thiago Motta

28 Febbraio 2025 - 13:32 Diego Messini
Massimo Giletti
Massimo Giletti
Il conduttore tv dà voce all'incredulità dei tifosi bianconeri dopo l'eliminazione da Champions League e Coppa Italia: «Non ce n'è uno con un po' di carisma»

I tifosi della Juventus sono increduli per l’eliminazione dei bianconeri dalla Coppa Italia, ai quarti e in casa contro l’Empoli. Un’umiliazione che sommata all’uscita di scena precoce dalla Champions League e a un fragile quarto posto in campionato dà la misura di una débacle per la squadra di Thiago Motta, quando la stagione è appena a metà. Chi è furioso, tra i tifosi vip, è Massimo Giletti. Che dice la sua, senza peli sulla lingua, in un’intervista a Tuttosport. «Quanto visto contro l’Empoli è inammissibile, ho provato una profonda vergogna. Non si può arrivare a tradire la nostra gente in questo modo», si sfoga il conduttore tornato di recente in Rai. Non si salva nessuno, a suo giudizio. Di certo non l’allenatore: «Motta per la prima volta ha chiesto scusa assumendosi le proprie responsabilità, ma è troppo tardi. Nessuno gli ha chiesto di vincere lo scudetto: era chiaro che il suo arrivo rappresentasse l’inizio di un nuovo ciclo. Ma nemmeno che la sua squadra non mostrasse in sette mesi una parvenza di identità…». E ancora: «Thiago, fin qui, non è riuscito a trasferire alla rosa cosa significhi giocare per la Juventus. Non è accettabile, come non lo sono le sue dichiarazioni dopo la sconfitta con il Psv, quando ha detto che avrebbe rifatto tutto allo stesso modo». Ma sulla stessa barca stanno i giocatori: «Questa squadra ha l’arroganza del suo tecnico: in troppi pensano che per vincere basti indossare la maglia bianconera. C’era davvero bisogno che Motta spiegasse alla squadra il valore della partita con l’Empoli? Evidentemente non sono giocatori da Juventus. Non ce n’è uno che abbia un po’ di carisma».

Il processo ai dirigenti e il sogno proibito per la panchina

Non si salva, se è pur questo, neppure la dirigenza, che la responsabilità di quanto accaduto neppure se l’è presa: «Oggi la società non esiste più. Quando siamo usciti ai gironi di Champions contro il Maccabi Haifa, Andrea Agnelli è sceso dalle tribune per parlare con i media. Per metterci la faccia. Contro l’Empoli non l’ha fatto nessuno. Non avrei voluto sentire Giuntoli, ma Ferrero…». Ma da dove ripartire, dunque? Per Giletti l’unica sarà cambiare di nuovo guida tecnica. Se possibile richiamando una vecchia bandiera che oggi allena la concorrenza: «Mi sarebbe piaciuto vedere questa squadra in mano ad Antonio Conte. Firmerei subito per prenderlo al posto di Motta. Credo che ci troveremmo a commentare tutta un’altra Juve». Cosa cambierebbe col ritorno dell’ex centrocampista e tecnico da tre scudetti di fila? «Con Antonio le gerarchie sarebbero chiare. Quest’anno la fascia è passata sul braccio di 7 giocatori diversi. Sono dettagli eloquenti. Uno scenario che non ha precedenti nella storia della Juve. Mancano punti di riferimento, leader». Che nello spogliatoio ci sia confusione, e tensione, lo dimostra d’altronde pure un retroscena pubblicato oggi sul Corriere della Sera. «Non lo sopporto, e non sono l’unico», si sarebbe lasciato andare nelle scorse ore un giocatore della Juve, parlando di Thiago Motta. «Non sai mai cosa aspettarti, da titolare a 90 minuti in panchina», è la lamentela apparentemente non isolata. Anche tra i giocatori, insomma, e non solo tra i tifosi, il dopo-Motta è già cominciato. Fino a prova contraria.

Articoli di SPORT più letti
leggi anche