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Natisone, le telefonate di Patrizia Cormos: «Non ce la facciamo più». E la risposta shock del vigile: «Ma siete ancora voi?»

28 Febbraio 2025 - 09:38 Alba Romano
fiume natisone
fiume natisone
Gli audio sono agli atti dell'inchiesta aperta dalla Procura di Udine per verificare se ci sono state responsabilità tra i soccorritori

«Ancora la signora?». Così, Andrea Lavia – il capoturno dei vigili del fuoco di Udine – ha risposto alla richiesta di aiuto di Patrizia Cormos, mentre con i due suoi amici Bianca Doros e Cristian Molnar si trovava bloccata tra le acque del Natisone. La piena del fiume, che in quelle ore stava salendo rapidamente e in modo sempre più impetuoso, li ha uccisi in 40 minuti. «Non abbiamo più tempo… non ce la facciamo più», disperata Patrizia spiega al vigile del fuoco che risponde alle varie chiamate di aiuto. Le registrazioni di quegli attimi – diffuse ieri dal Tg1 – sono agli atti dell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine per verificare se ci sono state responsabilità tra i soccorritori. Nell’inchiesta sono quattro le persone indagate: Andrea Lavia e i colleghi che erano in sala con lui, Enrico Signor e Luca Mauro. Sotto accusa anche Michele Nonino, operatore della Sores (struttura operativa regionale di emergenza sanitaria). La procura  – scrive la Repubblicaelenca una catena di errori imbarazzanti nella gestione dell’emergenza in una giornata in cui l’allerta per il maltempo era gialla.

Le telefonate ai soccorsi 

Le registrazioni sono state rese note due giorni fa con un commento della madre anche di Patrizia, Michaela, critica nei confronti dei soccorritori. «Mia figlia era disperata, urlava, e l’hanno lasciata sola», ha detto al quotidiano romano. Alle 13.29, Patrizia Cormos fa la prima richiesta, poi alle 13.36 fa una seconda telefonata, indicando che lei e i suoi amici sono circondati dall’acqua. «Siamo bloccati, l’acqua è talmente alta che ci prende la corrente», dice. All’altro capo del telefono c’è sempre Andrea Lavia, che si spazientisce: «Beh signora bisogna che cerchiate di prendervi da qualche parte perché noi ci vuole un attimino, eh». 

In attesa per sei minuti con una musica di sottofondo

E poi ancora «Non ce la facciamo più», urla la ragazza nell’ultima telefonata, alle 13.38. In una delle tre chiamate Patrizia viene inoltre lasciata in attesa per sei minuti con una musica di sottofondo, fino a quando cadrà la linea; mentre in un’altra chiede l’intervento dell’elicottero, unico mezzo che può trarli in salvo. «Abbiamo attivato anche quello. Mandi i video di dove vi trovate», risponde il vigile. Alle 13,50 Patrizia invia le immagini. Dopo solo il silenzio. Ci sono voluti 23 minuti prima che arrivasse l’elicottero. I Vigili del fuoco sul posto hanno provato a raggiungere i tre lanciando corde dall’alto, mentre un altro vigile si è lanciato in acqua ma non è riuscito a raggiungerli per via della forte corrente. Alle 14,13 i ragazzi, di 20, 23 e 25 anni, erano già stati inghiottiti dalle acque del fiume in piena.

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