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Perché citare il testo di Carlo Ruata contro i vaccini non ha senso

28 Febbraio 2025 - 17:22 Juanne Pili
Si tratta di un testo del 1912 contro i vaccini ad oggi privo di fondamento

Alcune condivisioni Facebook riportano un filmato dedicato ad un saggio che oggi definiremmo No vax di Carlo Ruata, risalente agli inizi del Secolo scorso. Per qualche ragione chi lo fa circolare lo considera una fonte attendibile. In questo articolo spieghiamo come mai un testo del 1912 non può rovesciare le conoscenze acquisite dalla Comunità scientifica dopo oltre un secolo di studi, che mostrano come i vaccini abbiano salvato milioni di vite.

Per chi ha fretta:

  • Viene citato un testo di Carlo Ruata del 1912 contro la vaccinazione anti-vaiolo come argomento contro i vaccini.
  • Ma il Vaiolo è stato eradicato nel 1980 proprio grazie ai vaccini.
  • A un secolo dalle critiche di Ruata i vaccini hanno salvato milioni di vite e continuano a farlo.

Analisi

Ecco uno screen delle condivisioni riguardanti il saggio No vax di Carlo Ruata:

Perché non ha senso usare il libro Carlo Ruata come fonte

Il testo Carlo Ruata, risalente come accennato al 1912, esamina criticamente la pratica della vaccinazione. Ruata ne contesta in particolare efficacia e sicurezza, sostenendo che possa causare malattie gravi, come la sifilide, e persino la morte. L’autore mette quindi in discussione l’obbligatorietà della vaccinazione, basandosi su dati statistici e testimonianze mediche dell’epoca. Inoltre, Ruata critica i metodi di preparazione e conservazione dei vaccini, evidenziando la presenza di batteri patogeni. L’obiettivo principale dell’autore era quello di informare il pubblico sui presunti rischi della vaccinazione, promuovendo la libertà di scelta in materia di salute pubblica. 

Come spiega la collega Giulia Villoresi su Repubblica, Ruata, fondatore della prima Lega italiana antivaccinazione, è considerato il pioniere dell’antivaccinismo italiano. Docente di medicina e igiene, Ruata aveva una visione dettata dai preconcetti e dalle scarse conoscenze dell’epoca. Visto che il medico era particolarmente impegnato contro le vaccinazioni anti-vaiolo, vediamo cosa siamo riusciti a fare coi vaccini contro questa malattia dal 1912 a oggi.

Si trattava di una malattia virale devastante che ha afflitto l’umanità per almeno 3000 anni. Dobbiamo la sua scomparsa nel 1980 grazie a una massiccia campagna di vaccinazione globale. Prima di allora questa malattia ha causato milioni di morti. Il programma di eradicazione dell’OMS, lanciato nel 1967, ha rappresentato una svolta nella gestione delle emergenze epidemiologiche, portando all’ultimo caso registrato nel 1977 e alla successiva scomparsa della malattia. Attualmente, riserve del virus del Vaiolo sono mantenute in condizioni di massima sicurezza solo in due laboratori, uno negli Stati Uniti e uno in Russia.

Se oltre al Vaiolo guardiamo in generale i traguardi raggiunti anche con gli altri vaccini, arriviamo uno studio dell’OMS pubblicato su The Lancet nel 2024, dove si stima che dal dal 1974 a oggi le campagne vaccinali hanno salvato oltre 154 milioni di vite. Di queste 101 milioni sono bambini.

Conclusioni

Abbiamo visto che non ha senso usare un testo del 1912 come fonte per spiegare fenomeni attuali. Non fa eccezione il saggio di Carlo Ruata, che per altro se la prese col vaccino anti-vailo, che noi conosciamo oggi come un esempio da manuale di come i vaccini possano non solo prevenire una malattia, ma addirittura possono eradicarla, proprio come è successo col Vaiolo.

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