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Torino, la 12enne violentata alla stazione di Porta Nuova: «Nel suo cellulare sesso nelle app e altri incontri dal vivo»

stazione torino porta nuova violenza sessuale 12enne bagni
stazione torino porta nuova violenza sessuale 12enne bagni
L'indagine trova le prove di un comportamento non isolato. Il primo accusato è un ragazzo di 20 anni. Che ora è in carcere

Una ragazzina di 12 anni ha denunciato di essere stata violentata nella stazione di Porta Nuova a Torino. Ma l’indagine per stupro sembra aver trovato l’evidenza che non si è trattato di un episodio isolato. E che altri uomini l’avrebbero adescata. Secondo il racconto della ragazza la violenza è avvenuta nei bagni. E ora la procura indaga per identificare gli altri presunti stupratori. Il primo accusato, un ragazzo di 20 anni, durante l’udienza davanti al Gip ha detto: «È venuta lei da me. Non pensavo che avesse 12 anni. Sembrava molto più grande. Siamo andati nel bagno insieme e lo abbiamo fatto. Non l’ho mai costretta».

La 12enne violentata alla stazione di Porta Nuova

La storia comincia con un intervento della Polizia Ferroviaria. Chiamata da due turisti olandesi che volevano utilizzare i servizi della stazione e che avevano trovato il bagno occupato, sentendo anche dei gemiti provenire dall’interno. La Polfer bussa e dopo 5 minuti esce un ragazzo di 20 anni. Poi la 12enne. Che dice: «Scusate. Chiedo scusa. Non volevo disturbare». Durante l’incidente probatorio davanti alla Gip Ersilia Palmieri e alla pm Barbara Badellino il perito spiega che «La ragazzina è idonea a testimoniare. Non ha patologie. Si è esposta a un’esperienza fortemente traumatica. I genitori, dopo il fatto, le hanno affiancato una tata che sta con lei dopo la scuola». Alla fine il 20enne finisce in carcere.

L’inchiesta

Quel giorno la ragazzina era a casa della nonna. I genitori erano al lavoro. Lei frequenta le scole medie. La prima versione, direttamente dall’ospedale Regiona Margherita, aveva spinto gli inquirenti ad aprire l’inchiesta: «Quel pomeriggio sono uscita da casa dei nonni e sono andata a Porta nuova per incontrare dei ragazzi che conosco. Sono stata ai giardini con loro e poi al centro commerciale con un ragazzo di 15 anni. Sono amici di un mio compagno di scuola. Quando sono tornata a Porta nuova ho visto questo ragazzo che mi fissava. Gli ho detto di avere 13 anni, non dodici. Mi ha offerto un gelato. Mi ha detto che aveva 18 anni. Abbiamo fatto una passeggiata. Poi siamo andati nel bagno della stazione. I miei genitori non sanno niente dei miei rapporti sessuali».

Tre settimane dopo

La versione cambia quando tre settimane dopo la 12enne parla con un’assistente sociale. «Con lei è riuscita ad aprirsi, e a raccontare con coraggio la verità», spiegherà la madre. «Quel ragazzo mi ha obbligata a fumare marijuana. Mi ha costretta ad andare nel bagno. Mi ha obbligata a farlo con lui. Non l’ho detto subito perché avevo paura di lui» è la seconda storia. La Gip Ersilia Palmieri ha sentito la versione del ragazzo. Ma è del tutto irrilevante il consenso prestato da una minore infra quattordicenne, come avevano già scritto gli agenti della Polfer nella loro relazione. Secondo la giudice la ragazzina «è vulnerabile, sia per l’età che per l’evidente immaturità emotiva e sentimentale, oltre che sessuale».

Il telefono

La madre ha scoperto sull’iPhone della figlia anche messaggi che dimostrano il sesso nelle app, nelle chat, negli incontri dal vivo. Nei bagni di un centro commerciale o di quella stazione. «Quel giorno ho lasciato mia figlia da mia madre. Non è tornata. Ho mostrato alla polizia il suo cellulare. Ero preoccupata per lei. Avevo trovato diversi messaggi dove si allude a rapporti che avrebbe avuto con adulti. Da quel giorno le ho tolto il telefono». La polizia, adesso, indaga sui profili di questi uomini che l’avrebbero adescata. «Come si concilia l’immaturità con questi atti sessuali… lei è piccolissima… sono rimasta senza parole», la domanda della legale del 20enne durante l’udienza. Il perito: «Siamo rimasti tutti senza parole. Ma lei mi chiede un giudizio. E io non posso dare giudizi».

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