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I dazi minacciati da Trump agitano i produttori italiani di vino: «A rischio un miliardo di euro»

01 Marzo 2025 - 13:20 Alba Romano
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L'appello dell'Unione italiana vini: «Salvare il settore è imperativo, facciamo squadra con i partner americani»

Ammonta a circa un miliardo di euro il potenziale impatto sul vino italiano che avrebbero i dazi minacciati da Donald Trump. Nei giorni scorsi, il presidente americano ha annunciato che introdurrà tariffe al 25% su tutte le esportazioni dei Paesi Ue verso gli Stati Uniti. A stimare il potenziale effetto di questa misura sui produttori del Belpaese è l’Unione italiana vini (Uiv) su Il Sole 24ore. D’altro canto, durante la prima presidenza Trump fu proprio il settore delle bevande alcoliche uno dei più colpiti dai dazi americani. Questa volta, Washington ha fatto sapere che non intende introdurre tariffe su determinati prodotti, ma applicare un sovrapprezzo del 25% su tutto ciò che l’Unione europea esporta oltreoceano.

L’impatto stimato dei dazi di Trump sul vino italiano

I dazi minacciati da Trump, spiega l’Unione italiana vini, produrrebbe una sorta di effetto a cerchi concentrici, che parte dagli Stati Uniti – dove la perdita diretta stimata sarebbe attorno ai 472 milioni di euro, per un saldo del -25% rispetto allo scorso anno – e si allarga ai Paesi impattati dalle nuove tariffe, ossia quelli europei. In Canada l’export italiano potrebbe chiudere i conti del 2025 a -6%, leggermente sopra le stime per l’export Ue (-5%). Se si considerano i mercati di Usa, Canada e Paesi Ue – che insieme fanno l’80% dell’export di vino italiano – il saldo da aprile 2025 ad aprile 2026 chiuderebbe a -716 milioni di euro (-11%). Se si allarga lo sguardo anche al resto del mondo, il totale delle esportazioni vedrebbe un disavanzo tra 2024 e 2025 di 920 milioni di euro.

L’appello dei produttori italiani di vino

Ancora non è chiaro se i dazi minacciati da Trump diventeranno realtà oppure se saranno usati come leva dall’amministrazione statunitense per ottenere concessioni dall’Europa su altri fronti. Nel frattempo, le aziende cominciano a correre ai ripari. «Per rimanere nel mercato statunitense che vale per noi circa 1,9 miliardi di euro e il 24% del totale export del settore ci appelliamo ai nostri partner americani, importatori e distributori, per fare squadra con le nostre imprese per cercare di ammortizzare insieme il surplus dei costi derivanti dalla guerra commerciale», commenta Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini. L’imprenditore ritiene che sia «imperativo» salvare il mercato del vino e «il rapporto speciale che ci lega con i consumatori statunitensi». Da qui, dunque, la richiesta al governo italiano e alla Commissione europea affinché si attivino diplomaticamente per scongiurare il peggio.

Foto copertina: Dreamstime/Ermess

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