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Frodi nel trading, 25 indagati a Torino: tra questi anche il finanziere Massimo Segre

01 Marzo 2025 - 12:06 Redazione
massimo segre
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Nel fascicolo, aperto dopo accertamenti della Fiamme Gialle, sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di abusivismo bancario, falso in bilancio, corruzione tra privati e abusiva attività di mediazione creditizia.

La guardia di finanza ha notificato 25 avvisi di chiusura indagini nell’ambito di un procedimento della procura di Torino su presunte frodi in attività di trading e di intermediazione bancaria. A darne notizia è Anssa. Fra gli indagati figurano, in qualità di persone giuridiche, anche quattro società: la Directa Sim (di Torino), la Argos Corporate finance (Milano), la Framat (Trento) e la Gt Advisory (Roma). La prima – quotata sul mercato Euronext Growth Milan gestito da Borsa Italiana – è riconducibile a Massimo Segre, il finanziere torinese che nell’estate del 2023 diventò virale per aver rotto pubblicamente il suo fidanzamento con Cristina Seymandi, svelandone l’infedeltà davanti a tutti. Nel fascicolo sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di abusivismo bancario, falso in bilancio, corruzione tra privati e abusiva attività di mediazione creditizia.

Il sistema di ridistribuzione delle liquidità: il meccanismo scoperto dalla Guardia di finanza

Secondo quanto ricostruito dalle Fiamma Gialle il meccanismo prevedeva la raccolta di liquidità da banche e la redistribuzione ad altri istituti che, momentaneamente, avevano difficoltà ad approvvigionarsi attraverso i canali tradizionali. Fra il 2019 e il 2023, in base all’inchiesta, la Directa avrebbe custodito e amministrato l’equivalente di 300 milioni di euro all’anno, affidati dalla propria clientela istituzionale (bancaria e corporate), per finanziare altri istituti di credito in gravi difficoltà finanziarie, i quali avrebbero riconosciuto alla Sim tassi di interesse superiori (in media il 2%) a quelli che quest’ultima corrispondeva ai propri depositanti. Il meccanismo è considerato illecito per il mancato rispetto del prescritto vincolo di accessorietà: la Sim avrebbe dovuto utilizzare tali somme esclusivamente per l’esecuzione di ordini di negoziazione di strumenti finanziari, in realtà mai avvenuta. Altre irregolarità riguardano la mancata iscrizione a bilancio dei rischi di credito (dal 2019 al 2022) e i rapporti con alcune persone che fecero da ‘segnalatori di pregio’ individuando gli istituti potenziali clienti. Tutto è partito dalle informazioni acquisite dalla polizia giudiziaria per accertamenti finalizzati alla prevenzione contro il riciclaggio e da un’ispezione condotta nel 2021 nei confronti della Sim da parte della Banca d’Italia.

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