Bimba sbranata dal pitbull, spunta un nuovo indizio: il pigiamino insanguinato di Giulia in un sacco dell’immondizia. Stava per finire in discarica

È stato trovato in un sacchetto dell’immondizia poco prima che si perdesse in una discarica il pigiamino insanguinato di Giulia Loffredo, la piccola di nove mesi che la sera dello scorso 15 febbraio è stata sbranata e uccisa dal pitbull di famiglia ad Acerra. Secondo quanto riferisce il Tgr Campania, a individuare l’indumento che la bimba indossava al momento del tragico incidente sarebbero state le forze dell’ordine. Secondo gli inquirenti, alla luce del ritrovamento, la bimba sarebbe stata cambiata prima di essere portata alla clinica Villa dei Fiori dal padre 24enne, al momento indagato a piede libero per omicidio colposo e omessa vigilanza e custodia del cane. Sarebbe dunque stato un tentativo, fallito, di nascondere quanto più possibile cosa fosse successo. Così come lo era stato l’intervento di alcuni parenti del giovane che avevano ripulito le tracce di sangue presenti nell’appartamento – sotto sequestro – qualche ora prima di un sopralluogo della polizia giudiziaria.

Le due versioni del padre e il racconto del super-testimone

In ospedale l’uomo, infatti, aveva inizialmente raccontato della presunta aggressione da parte di un cane randagio. Solo in un secondo momento aveva cambiato versione, raccontando dei morsi dell’animale familiare. Un super-testimone aveva poi raccontato di aver visto in pronto soccorso i segni dei denti sul corpo ormai senza vita della piccola, che aveva le labbra viola. Un chiaro segnale che non sarebbe stata portata immediatamente alla clinica.