Ultime notizie Donald TrumpPapa FrancescoUcraina
ECONOMIA & LAVOROAutoCommissione UEElon MuskEUtopiaMulteTeslaUnione europea

Crisi dell’auto, lo sgambetto dell’Ue a Elon Musk: il rinvio delle multe ai produttori è un problema per Tesla

ue-elon-musk-auto
ue-elon-musk-auto
Nel 2024 il miliardario americano ha incassato oltre 2 miliardi di dollari dalla vendita di «crediti di CO2». Con le nuove regole annunciate da Bruxelles, quella cifra potrebbe abbassarsi notevolmente

L’apertura della Commissione europea sulle multe per le case automobilistiche fa contenti tutti i costruttori del Vecchio Continente, ad eccezione di uno: Tesla. L’azienda fondata da Elon Musk incassa ogni anno miliardi di dollari dai competitor proprio grazie alla cessione dei «crediti di CO2», ma la novità annunciata da Bruxelles rischia di far mancare a Tesla una parte consistente dei propri introiti. Domani, mercoledì 5 marzo, Ursula von der Leyen presenterà la strategia Ue per il comparto auto, che – come anticipato nei giorni scorsi – includerà anche regole più flessibili sulle multe per i costruttori che non rispettano i tagli alle emissioni di CO2. L’esecutivo Ue ha annunciato che proporrà di rendere gli obiettivi green triennali, e non più annuali, così da «dare più respiro» alle aziende del settore.

Cosa sono i «crediti di CO2»

Nel corso degli ultimi anni, l’Europa ha approvato una serie di regolamenti che puntano ad accelerare la transizione del comparto auto dal motore a combustione ai veicoli a batteria. Per riuscirci, Bruxelles ha implementato un sistema di multe per chi non rispetta i target sulle emissioni di CO2. Per evitare queste sanzioni, le aziende più lontane dagli obiettivi europei possono optare per il compliance pooling, una strategia che permette di unire le forze con altre case automobilistiche (che hanno già raggiunto i target europei) per abbassare la media complessiva delle emissioni. Questo sistema ha rappresentato fino a oggi una vera e propria manna dal cielo per Tesla, che vende esclusivamente auto elettriche ed è quindi una delle aziende più corteggiate dai rivali europei per la strategia di pooling.

Quanti soldi rischia di perdere Elon Musk

A inizio 2025, Stellantis, Toyota e Ford hanno chiesto aiuto proprio all’azienda di Musk per evitare le multe della Commissione europea. L’annuncio di von der Leyen, però, rischia di cambiare le carte in tavola. Se Bruxelles dovesse confermare la volontà di dare più tempo alle aziende per rispettare gli obiettivi del Green Deal, i costruttori del Vecchio Continente potrebbero non vedersi più costretti a comprare crediti di CO2 da Tesla. «Ai produttori europei potrebbe convenire meno stare in un pool con Tesla. Con il rilassamento degli obiettivi sulle emissioni alcune aziende potrebbero decidere di rinegoziare o uscire dagli accordi con l’azienda di Musk», spiega Massimiliano Bienati, responsabile del programma trasporti del think tank Ecco.

Secondo l’esperto, non è escluso che anche dopo l’annuncio di Bruxelles Stellantis e altre grandi case automobilistiche decidano di mantenere gli accordi con Tesla. Ma se le alleanze annunciate a inizio 2025 dovessero sciogliersi, l’azienda di Musk avrebbe molti soldi da perdere. Negli ultimi anni, la vendita di crediti di anidride carbonica è diventata una delle voci più significative dei bilanci di Tesla. Nel 2024, l’azienda di Musk ha incassato 2,76 miliardi di dollari proprio grazie alle leggi sulle emissioni di anidride carbonica, una cifra in crescita del 54% rispetto all’anno precedente.

Le difficoltà di Tesla in Europa

L’annuncio della Commissione europea sulle multe per i costruttori rischia di far perdere molti soldi a Tesla, che già è alle prese con una crisi nera in Europa. A gennaio 2025, le vendite dell’azienda di Musk nel Vecchio Continente sono crollate praticamente ovunque: -59% in Germania, -63% in Francia, -12% in Gran Bretagna, -44% in Svezia, -38% in Norvegia, -75% in Spagna, -42% nei Paesi Bassi, -31% in Portogallo. Questo calo è iniziato già nel corso del 2024 e si inserisce nella più ampia crisi del settore auto europeo. A questa situazione si è aggiunto poi l’attivismo politico di Elon Musk, che secondo alcuni esperti può aver contribuito a far crollare le vendite di Tesla soprattutto in Germania, dove il miliardario americano ha appoggiato pubblicamente l’estrema destra di Alternative für Deutschland.

Nel Paese sono spuntati cartelloni pubblicitari che invitano a boicottare l’azienda di Musk, mentre alcuni proprietari di Tesla hanno deciso di “giustificare” il proprio acquisto applicando un adesivo alla propria auto in cui si legge: «L’ho comprata prima che Elon Musk impazzisse». Questo crollo delle vendite rischia di trasformarsi in un doppio boomerang: da un lato perché farà perdere soldi a Tesla per le poche auto vendute, dall’altro perché rischia di rovinare i piani di pooling con Stellantis, Ford e gli altri produttori europei. «Se le cose dovessero andare male quest’anno, Tesla potrebbe non avere abbastanza crediti per ciò che ha promesso a Stellantis e agli altri produttori», ha spiegato a Politico Peter Mock, direttore per l’Europa dell’International Council on Clean Transportation.

tesla crollo vendite germania europa dati
Schmidt Automotive Research | Il crollo delle vendite di Tesla in Germania, da gennaio 2023 a gennaio 2025

Foto copertina: EPA/Will Oliver | Elon Musk a un evento dei conservatori americani, 20 febbraio 2025

Articoli di ECONOMIA & LAVORO più letti
leggi anche