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Ecco il piano Ue da 800 miliardi per il riarmo. Von der Leyen: «Conseguenze devastanti se non reagiamo» – Il video

04 Marzo 2025 - 11:20 Simone Disegni
La svolta dell'Europa di fronte al disimpegno Usa. La Commissione propone un fondo ad hoc da 150 miliardi e suggerisce di spostare sulla Difesa parte delle risorse di coesione

800 miliardi, o giù di lì. È il capitale di risorse che la Commissione europea intende mobilitare nei prossimi mesi per la produzione militare e l’acquisto di armi. «Viviamo nei tempi più pericolosi» mai visti (certamente nella breve storia dell’Ue), ha detto stamattina con tono grave Ursula von der Leyen, avvertendo che se i Paesi europei non passano ora all’azione di fronte al disimpegno Usa dall’Ucraina e alle minacce della Russia si rischiano conseguenze «devastanti». È tempo reagire, dunque, riarmando l’Europa. Si chiama proprio così – senza eufemismi – il piano che l’esecutivo Ue ha presentato oggi ai leader dei 27 Stati membri: ReArm Europe. Una svolta storica per l’ente sovranazionale nato dalle macerie della Seconda guerra mondiale per garantire il «mai più» alla guerra, investendo tutto su regole, mercato e soft power e trascurando per decenni gli investimenti militari. Giovedì saranno i capi di Stato e di governo a prendere in mano il dossier e discutere delle diverse opzioni sul tavolo al Consiglio europeo straordinario convocato dopo l’apertura dei negoziati Usa-Russia che tagliano fuori l’Ucraina e l’Europa e prefigurano un imperscrutabile «patto del diavolo» tra Donald Trump e Vladimir Putin.

Avanzi di cassa e fondi nuovi

Quell’obiettivo menzionato da von der Leyen – 800 miliardi – è la somma «virtuale» di una serie di impegni finanziari che la Commissione propone per il prossimo futuro. Il fondo ad hoc che si propone di istituire dovrebbe avere una dotazione di 150 miliardi, da versare ai Paesi membri che ne faranno richiesta sotto forma di prestiti. Non è chiaro tuttavia al momento da dove proverranno quei fondi: von der Leyen lascia per ora quest’aspetto imprecisato, probabilmente per dare ai leader margine di discussione al riguardo. Nei giorni scorsi era circolata con insistenza l’idea di prelevare una fetta importante di risorse dai fondi non spesi del Next Generation EU, il programma di ripresa post-pandemia che termina nel 2026: si tratterebbe di circa 94 miliardi di euro. Non è esclusa però dalla discussione la possibilità di ricorre di nuovo all’indebitamento comune Ue, sul modello proprio del Recovery Fund. Ben chiaro è invece a cosa serviranno quei soldi: costruire «capacità pan-europee» stimolando acquisti congiunti tra Paesi europei. Per capirci, enumera von der Leyen, «sistema di difesa aerea e missilistica, di artiglieria, sistemi di missili e munizioni per droni e anti-droni; ma anche altre necessità cyber o militari». Acquisti comuni che potranno servire per la difesa europea, ma anche per continuare a sostenere le necessità belliche dell’Ucraina, dopo il taglio degli aiuti americani deciso nella notte da Donald Trump.

Gli investimenti privati e il «momento dell’Europa»

Altre risorse importanti saranno non quelle europee, ma quelle nazionali «liberate» per questo scopo. La Commissione annuncia infatti ufficialmente che proporrà di attivare la clausola di salvaguardia per scorporare gli investimenti in difesa dal computo del debito nel Patto di Stabilità. Altri fondi potranno poi arrivare dallo spostamento di risorse assegnate al momento al programma di coesione – i fondi strutturali. E poi si guarderà al settore privato e bancario, con l’obiettivo di mobilitare altre centinaia di miliardi di investimenti con l’Unione dei risparmi e degli investimenti (in costruzione) e i prestiti a tasso agevolato concessi dalla Banca europea degli investimenti (Bei). «L’Europa è pronta ad assumere le sue responsabilità: è il nostro momento», scandisce von der Leyen. Pur assicurando (gli Usa e gli altri alleati) che l’Ue non intende sostituirsi alla Nato. «Continueremo a lavorare insieme». Fino a prova contraria.

In copertina: La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presenta il piano di riarmo (EPA/OLIVIER MATTHYS)

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