L’Ucraina dopo lo stop di Trump agli aiuti militari: «Duriamo 6 mesi». Il braccio destro di Zelensky spera nell’Europa


L’Ucraina è sotto shock dopo la decisione di Donald Trump di congelare gli aiuti militari. Per il deputato ucraino Fedor Venislavsky, Kiev «ha un margine di sicurezza di circa sei mesi» dopo lo stop di Washington. Lo ha detto al termine della riunione a porte chiuse del Comitato per la sicurezza nazionale, la difesa e l’intelligence della della Verkhovna Rada, il Parlamento ucraino. Per questo motivo, l’Ucraina sta cercando «alternative» per «l’approvvigionamento di armi di importanza critica», ha aggiunto. Per Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli affari esteri dell’Ucraina, la decisione dell’amministrazione Usa assomiglia all’accordo di Monaco del 1938 quando Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia raggiunsero un’intesa che consentì alla Germania nazista l’annessione del Sudeti, l’allora Cecoslovacchia occidentale. «Fermare gli aiuti significa aiutare Putin. Questo è peggio di Monaco – ha sottolineato – perché almeno lì non hanno cercato di dipingere la Cecoslovacchia come l’aggressore».
«Parliamo con partner Ue per sostituire gli aiuti Usa»
Il presidente degli Stati Uniti ha deciso, con effetto immediato, di sospendere temporaneamente l’invio di nuovi aiuti militari. La decisione è una conseguenza del duro scontro tra lo stesso Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca. Ed è stato presa due giorni dopo l’incontro tra i principali leader europei e il presidente ucraino a Londra, organizzata per mostrare sostegno a Kiev. «Stiamo discutendo con i partner europei» la possibilità di sostituire gli aiuti militari americani: scrive su Telegram Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino. «Tuttavia non ignoriamo la possibilità di negoziati con i nostri partner americani», aggiunge Podolyak, sottolineando: «Non dimentichiamo che l’Ucraina ha già avuto esperienze di sospensioni a lungo termine dei programmi di sostegno militare degli Stati Uniti e sa come adattarsi a tali situazioni…». Concetto ribadito anche dal premier ucraino Denys Shmyhal, citato da Rbc. «Oggi questo sostegno è disponibile in Ucraina. E continua. Per quanto riguarda le discussioni sulla possibilità di porre fine (l’assistenza dagli Stati Uniti, ndr), continueremo assolutamente con calma a lavorare con gli Stati Uniti, con il Congresso degli Stati Uniti, con l’amministrazione Trump e con lo stesso presidente Trump, attraverso tutti i canali diplomatici a nostra disposizione». L’Ucraina – precisa ancora il premier – «è pronta a firmare in ogni momento» l’accordo sui minerali critici con gli Stati Uniti.
La reazione russa
La reazione russa allo stop di aiuti militari statunitensi non si è fatta attendere. «Se fosse confermata – ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax – potrebbe davvero spingere il regime di Kiev verso il processo di pace». Il portavoce russo ha, poi, aggiunto «non possono che essere accolte con favore» le dichiarazioni del presidente Usa di voler portare la pace. «Riceviamo alcune informazioni – ha sottolineato Peskov – sulle azioni proposte in questa direzione. Anche questo non può che essere accolto con favore. Continueremo a osservare come questa situazione si sviluppa nella realtà», ha sottolineato Peskov, spiegando inoltre come «la normalizzazione» delle relazioni Usa-Russia «deve passare attraverso la revoca delle sanzioni americane contro Mosca». Ma è ancora «troppo presto» per dire se si arriverà a questo.
Foto copertina: ANSA / MARIA SENOVILLA | Un soldato ucraino mostra delle munizioni mentre le nuove reclute ricevono un addestramento in una località non rivelata della regione di Donetsk, Ucraina, 15 marzo 2024