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Aggressione al giornalista Joly, il pm: «CasaPound non sapeva che fosse un giornalista». La giudice prende tempo: «Vedremo a processo»

05 Marzo 2025 - 18:21 Ugo Milano
casapound anrea joly aggressione processo torino
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È iniziato il processo a Torino in cui sono imputate quattro persone per il pestaggio del cronista della Stampa. La procura spinge perché l'Ordine dei giornalisti - tra gli altri - non sia ammesso come parte civile

Andrea Joly, cronista de La Stampa picchiato da alcuni militanti di CasaPound a Torino lo scorso 20 luglio, non si sarebbe qualificato e dunque i suoi aggressori non sapevano fosse un giornalista: questo il motivo per cui, secondo quanto ha sostenuto il pm in aula, il pestaggio non potrebbe essere in alcun modo associato all’attività lavorativa del giovane. La giudice Luisa Feracane – a quanto emerge dall’ordinanza – ha invece preso tempo: «La circostanza sarà oggetto di valutazione all’esito dell’istruttoria dibattimentale». Insomma, se ne riparlerà di fronte a un altro giudice in aula durante il processo, nel quale sono imputate quattro persone con l’accusa di lesioni e violenza privata.

La richiesta dell’Odg e il no del pm

La questione è sorta con una particolare richiesta: il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, la Fnsi, l’Ordine dei giornalisti del Piemonte e l’Associazione Stampa Subalpina avevano infatti chiesto di costituirsi come parte civile del procedimento «come danneggiati dal reato». E dunque, potenzialmente, ricevere un risarcimento di danni. Al momento rimane solo un’ipotesi. Il processo, infatti, è ancora alle sue battute iniziali e soprattutto il giudice non ha ancora detto l’ultima parola sulla legittimità o meno della loro richiesta. Lo stesso pm ha infatti contestato la domanda di ammissione perché Andrea Joly, prima del pestaggio, «non si era qualificato e gli imputati non conoscevano tale circostanza». La prossima udienza del processo si terrà il 7 maggio.

Cosa era successo

La sera tra il 20 e il 21 luglio 2024, davanti al locale “Asso di Bastoni” a Torino, il giornalista Andrea Joly era stato circondato e percosso mentre riprendeva una festa di estrema destra. Il locale aveva respinto le accuse, additando invece il cronista perché «filmava i presenti, tra cui anche minorenni». La vittima aveva poi raccontato in un’intervista di essere stato preso a calci e spintoni dopo essersi rifiutato di consegnare il telefono e cancellare i video e le foto scattate. Qualcuno avrebbe anche tentato di strangolarlo, prima che Andrea Joly riuscisse a divincolarsi e fuggire.

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